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venerdì 2 ottobre 2009

Il senso civico (di Salvatore Rijtano)

Nei giorni scorsi quando il dibattito sul senso civico imperversava sui nostri notiziari online, non ho purtroppo trovato un attimo per dire il mio modesto parere.
Ho come tutti però dovuto leggere una nota ufficiale di “demerito”, per l’esasperato senso civico di alcuni cittadini fra i quali mi sento compreso che a più riprese segnalano lo scempio impunito del nostro territorio.
A loro ed anche a me dedico l’estratto di un articolo apparso sul Sole 24 ore di ieri 1 ottobre 2009 a firma del Prof. Luigi Zingales dell’università di Chicago (non uno qualunque) dal titolo “IL SENSO CIVICO E’ UNO STOCK DI CAPITALE , Una società si qualifica per i valori che pratica: le scorciatoie pesano sulle future generazioni”
…………un indicatore del senso civico di una popolazione. Se in Svezia la gente paga le tasse, rispetta le code, e non butta le carte per terra, non è perché gli svedesi sono geneticamente superiori, ma perché nei decenni (se non nei secoli) hanno accumulato dei valori e delle aspettative che inducono gli abitanti a comportarsi in questo modo virtuoso. La scuola ha insegnato loro l’imporantanza di questi comportamenti per il bene collettivo e l’esperienza quotidiana li ha educati sui costi sociali e legali tali da non farli deviare da questi comportamenti virtuosi. Se gli americani non parcheggiano illegalmente non è perché sono più onesti, ma perché l’esperienza ha loro insegnato che ogni qualvolta lo fanno vengono severamente puniti. Nel Tempo questo atteggiamento diventa una abitudine e persiste anche in assenza di una punizione. Ad esempio alcuni ricercatori hanno scoperto che il numero dei parcheggi illegali effettuati dai rappresentanti nazionali all’Onu di new York (che godono del beneficio della extraterritorialità e quindi non devono pagare le multe) sono molto diversi a seconda del paese di provenienza. I rappresentanti svedesi non parcheggiano mai illegalmente mentre quelli italiani vantano la bellezza di 14,6 infrazioni per ogni diplomatico.
Questo senso civico è equiparabile ad uno stock di capitale, non fisico, ma virtuale, che caratterizza una società. Questo Capitale si traduce in una migliore performance da tutti i punti di vista. In paesi in cui il capitale civico è più elevato, l’Amministrazione pubblica funziona meglio, i beni pubblici sono meglio conservati, l’economia prospera, l’ordine pubblico viene assicurato a più basso costo.
E’ tanto più importante misurare questo capitale, perché si tratta di uno stock che viene accumulato molto lentamente, ma può venire dissipato molto rapidamente. Ci vogliono alcune generazioni perché gli immigrati in America raggiungano il livello di senso civico dell’americano medio. Ma se ci vogliono generazioni per migliorare, si può peggiorare molto rapidamente. Sacrificare l’interesse particolare per il bene collettivo è costoso, ed è sostenibile solo quando viene percepita come una norma comune. Senza questa convinzione la stragrande maggioranza dei cittadini finisce per ignorare il bene collettivo.
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Ben vengano quindi nelle nostre isole 10, 100, mille cittadini dall’esasperato senso civico che non potranno che fare del bene alla nostra comunità.
Salvatore Rijtano