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venerdì 2 ottobre 2009

Nubifragio a Messina. Sale bilancio, 17 morti

Sale a 17 il numero delle vittime accertate fino ad ora, a causa del violento nubifragio che si è abbattuto la notte scorsa nel messinese. Lo ha comunicato l'unità di crisi istituita presso la Prefettura di Messina che parla di 40 ricoverati negli ospedali. Il numero più alto di vittime, in base a questo bilancio ancora provvisorio, si registra a Scaletta Zanclea, con dieci morti; altri sei cadaveri sono stati recuperati fino ad ora a Giampilieri superiore mentre una donna é morta nel crollo del tetto della sua abitazione a Briga.
Molte le frazioni e le case isolate travolte da veri e propri fiumi di acqua e fango e detriti che rendono complicate anche le operazioni di soccorso, gran parte delle quali vengono compiute via mare.
Da Briga Marina a Scaletta Zanclea tutta la fascia a ridosso del mare è stata investita da una colata di fango. Ci sono grosse difficoltà per i soccorritori a raggiungere le zone più colpite: la strada per Giampilieri Superiore è interrotta a un chilometro dal paese da una montagna di fango alta 3 metri che si è infilata sotto cavalcavia della ferrovia. E a Scaletta Marea il fango ha invaso circa 700 metri del paese. Vi sono anche delle abitazioni che sono crollate e i soccorritori scavano a mani nude nel fango. Lungo la statale 114, l'Orientale Sicula, il traffico è andato in tilt con i mezzi di soccorso in parte bloccati. Nella zona dovrebbe arrivare il capo della Protezione civile Guido Bertolaso per un sopralluogo. Alcuni testimoni hanno riferito che a Scaletta Zanclea sarebbero ancora persone sepolte nel fango.
Al posto della Statale 114 c'é un muro di fango, dove c'era la ferrovia massi e resti di abitazioni, e su quella che era la spiaggia carcasse di auto semisommerse dal fango su cui s'infrangono le onde: è lo scenario che si è presentato ai soccorritori che dalla notte scavano a Scaletta Zanclea. Tutte le vie del paese sono invase da metri di fango e dretiti e sono diversi i punti in cui l'acqua si è creata una via, travolgendo tutto quello che trovava per raggiungere il mare.
L'onda di piena ha travolto la casa del principe Ruffo, la più antica del paese, un ex orfanotrofio delle Suore di San Ludovico e diverse abitazioni. Diversi i cadaveri estratti dal fango. Anche la linea ferroviaria è stata completamente divelta: dove c'erano i binari ora ci sono massi grossi tre metri, pezzi di cemento armato e alberi. Il paese è irraggiungibile con i mezzi di soccorso pesanti e dunque si continua a scavare con strumenti di fortuna.
Le stradelle e i ponti che dalle frazioni messinesi lungo la costa portano sulle colline sono ostruite da frane. Interi costoni di terra si sono staccati dalle montagnole che si affacciano sulla statale travolgendo tutto ciò che incontravano. Le frane sono avvenute solo nelle zone disboscate o in cui gli alberi sono stati distrutti da incendi.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da Matera, dove si trova in visita, si è messo in contatto con il prefetto di Messina, Franco Alecci, per informarsi sulla situazione e il consiglio dei ministri, riunitosi stamani, ha varato lo stato di emergenza per affrontare una situazione che il capo della protezione civile Guido Bertolaso, giunto sul posto, ha definito "molto seria e molto critica". Diverse le case crollate a cause delle frane e degli smottamenti nelle zone più colpite: Scaletta Zanclea e Santo Stefano Briga, ma soprattutto Giampilieri, a 20 chilometri a sud di Messina, dove un costone roccioso è franato travolgendo alcune palazzine.
Le squadre dei soccorritori stanno scavando nel fango alla ricerca dei dispersi. A Giampilieri e Scaletta Zanclea sono stati trovati i corpi delle sei vittime: uno di essi era dentro un'auto travolta da un torrente. Una nave delle capitanerie di porto ha trasportato una cinquantina di persone, diverse delle quali ferite, dalla costa messinese verso la città.
Una quindicina i feriti fino ad ora ricoverati al Policlinico di Messina: tra loro anche due ustionati a causa dello scoppio di una bombola di gas a causa della frana che ha travolto il paese di Scaletta. Alcuni abitanti delle zone colpite, diversi dei quali si sono rifugiati sui tetti delle case per sfuggire al torrente di acqua fango, sono stati soccorsi con l'elicottero della protezione civile. Nella zona sono al lavoro uomini dell'esercito, dei vigili del fuoco e della protezione civile.
PARROCO GIAMPILIERI, DISASTRO ANNUNCIATO
Si è ripetuto quello che era accaduto due anni fa, quando, solo per un miracolo, non ci furono morti. Parla di 'disastro annunciato'' padre Giovanni Scimone, parroco di Giampilieri, la frazione del comune di Messina devastata da un nubifragio costato la vita a 14 persone. "Stavolta - spiega - la pioggia è durata di più ed è stata più violenta e ora contiamo le vittime". "In due anni - continua - nessuno ha preso provvedimenti, Nonostante la precedente alluvione fosse stata più di un segnale. Le colline sono prive di alberi - in parte distrutti dagli incendi, in parte tagliati per edificare -, non sono stati costruiti muri di contenimento. Tutto questo comporta che una pioggia più violenta fa venir giù le frane". Don Scimone, che vive nel centro di Messina, non è ancora riuscito a raggiungere la frazione. "La strada - dice - è bloccata. I parrocchiani mi raccontano di scene drammatiche: case crollate, gente sotto le macerie, fiumi di fango".
CADUTI 230 MILLIMETRI PIOGGIA IN 3/4 ORE
Sono almeno una ventina le persone rimaste ferite e già ricoverate negli ospedali della provincia di Messina, dopo l'ondata di maltempo che ha investito la Sicilia orientale. Un numero che è destinato ad aumentare in quanto vi sono dei comuni e delle frazioni che non sono ancora state raggiunte a causa delle frane e delle colate di fango. "La situazione è pesante - dice il vice capo del Dipartimento della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis - in alcune zone sono caduti anche 220/230 millimetri di pioggia in tre-quattro ore". De Bernardinis ha sottolineato che fin dalla serata di ieri, quando è stato intensificato l'allerta meteo emesso nel pomeriggio, il Dipartimento è rimasto in contatto con le prefetture di Messina, Catania e Palermo e nella notte un team di esperti del Dipartimento ha raggiunto il centro operativo in prefettura a Messina, per coordinare l'invio dei soccorsi dalle altre zone della Sicilia e delle altre regioni. Le situazioni più difficili, affermano al Dipartimento, sono quelle di Scaletta - dove i feriti sono stati portati via con una motovedetta delle Capitanerie di Porto perché l'univo modo per arrivare al paese era via mare - Molino e Giampilieri. In quest'ultimo comune si sono registrate diverse frane e anche un'esplosione di gpl che ha causato crolli. Ancora isolato, invece, Briga, in quanto i mezzi di soccorso non sono riusciti a farsi largo tra le colate di fango. (fonte: libero)