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lunedì 28 giugno 2010

Il Parco e le "strade nel bosco". Pensierino di Lino Natoli

(Lino Natoli) “Vieni, c’è una strada nel bosco, il suo nome conosco. Vuoi conoscerlo tu?” Così recitava una canzone d’altri tempi, credo cantata da Claudio Villa. L’invito alludeva ad altro che ad una semplice passeggiata. Tra i due amanti s'intrecciava la sfida della seduzione: lui la blandiva con tenera audacia, lei si schermiva con pudica timidezza, indugiava. Allora lui insisteva: “E’ la strada del cuore, dove nasce l’amore che non muore mai più”. A questo punto la proposta diventava irresistibile, anche una statua si sarebbe sciolta per inoltrarsi finalmente nel bosco.
Questi romantici versi mi sono venuti in mente leggendo le vicende che contrappongono i sostenitori e gli oppositori all’istituendo parco delle Eolie. Altro che frasi d'amore, volano parole grosse, minacce di querele, petizioni, raccolte di firme. Da una parte quelli che vogliono andare nel parco, dall’altra quelli che nel parco proprio non ci vogliono entrare, anche se lì “nasce l’amore che non muore mai più”. Lo scontro appare così duro che sarà difficile trovare una mediazione, un punto d'incontro (tanto per rimanere in tema). Ma anche se lo si trovasse non credo che ormai rimarrebbe un grande margine di trattativa tra l’applicazione della legge d’istituzione del parco e le richieste dei residenti. Forse in sede di regolamento si potrebbe tentare qualcosa, ma temo che anche questa volta siamo arrivati fuori tempo massimo.
In ogni caso, visto che non costa niente e serve pure a meno, anch’io vorrei fare la mia proposta. Una proposta definitiva, nel senso che renderebbe persino inutile l’istituzione del parco e placherebbe tutte le polemiche riportando serenità e amicizia. Il problema della tutela del territorio infatti, come dice la canzone, sta proprio nella strada nel bosco. Negli anni si sono costruite troppe strade inutili, cementificati sentieri, rese accessibili aree che sarebbero dovute rimanere boschive. Dove c’erano solo ruzzolaserpi sono spuntate strade cementate, ed intorno ad esse capannoni, case, ricoveri per barche, insomma frutti non proprio di bosco. Provate ad immaginare come sarebbe Lipari senza le strade che portano ad Alta Pecora, a Lami alta, a Tivoli, a Monte S.Angelo, a Monte Rosa, a Fontanelle, sotto San Calogero, al Monte, al Semaforo, alle strade che squarciano Vallone Bianco e lascio a voi altri esempi da citare. Se queste strade non esistessero il parco ci sarebbe già di fatto, nessuno si sognerebbe di vietare la caccia, soprattutto ai conigli (a quelli che hanno mangiato tutti i miei cocomeri), nessuno penserebbe di tutelare un territorio già ampiamente tutelato dai residenti, nessuno metterebbe in dubbio la possibilità di potare gli alberi o raccogliere le olive, di pulire un terreno, di piantare la vigna, di ripare un muro a secco, di diserbare un viottolo. Quindi evitiamo di costruire e cementificare nuove strade. Non solo, demoliamo quelle che già esistono. Riduciamole a ciò che erano, cioè sentieri, strade agricole, mulattiere. A strade nel bosco dove una passeggiata fa rinascere l’amore, anche quello abusivo.
Lo so, è una proposta molto romantica, molto irreale, effimera, bucolica, forse banale. Come quei versi che - chissà perché - mi hanno fatto venire in mente l’Ente Parco che, proprio come l'amore della canzone, se nasce non muore mai più.