Forti preoccupazioni della Uil sul futuro della Tirrenia: il Segretario Generale della UilTrasporti, Giuseppe Caronia, teme che i due concorrenti per la compagnia di navigazione pubblica si ritirino dalla gara per la privatizzazione non presentando le offerte vincolanti che devono arrivare entro oggi. E la responsabilita’, secondo il dirigente della Uil, e’ del Governo.
“Mancano ormai poche ore alle 12 del giorno 28 giugno, data ultima per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione di Tirrenia e Siremar ed i dubbi che la gara possa andare deserta diventano - sono parole di Caronia - quasi certezze. Infatti dopo l’abbandono, anche se ancora non ufficialmente comunicato, del fondo Cinven Limited, sembrerebbe che anche la Mediterranea Holding non voglia o non possa presentare l’offerta. A dire il vero non saremmo affatto meravigliati di questo epilogo in quanto facilmente prevedibile a fronte di una gara del tutto sbagliata sotto ogni profilo”.
“Avevamo messo ripetutamente, inascoltati, in guardia il Governo ed il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli in particolare, sui rischi di un possibile fallimento, ma la voglia, non solo sua, di togliersi dalle mani la ‘patata bollente’ di questa privatizzazione che, a differenza di Alitalia, non sembra interessare il Paese, e’ stata cosi forte che ha avuto il sopravvento su ogni seppur minimo buon senso”.
“Quanti invece fortemente interessati sono le migliaia di Lavoratori e le loro famiglie che vivono con angoscia una prospettiva che cinicamente si lascia loro intravedere e cioe’ quella della messa in liquidazione delle Aziende e della conseguente vendita linea per linea e nave per nave, il cosiddetto ’spezzatino’”. Una soluzione, per Caronia, che “equivarrebbe ad una vera e propria ‘macelleria sociale’ la cui responsabilita’ si vorrebbe strumentalmente e perfidamente attribuire al sindacato per aver avuto il solo torto di aver con forza denunciato le tante anomalie di questo processo ed aver in maniera straordinariamente unitaria rivendicato la garanzia dei posti di lavoro e delle condizioni contrattuali in essere” che “avrebbero costretto i potenziali compratori ad una precipitosa fuga”.
“Per questo motivo ed a questo punto, pur non rinunciando in alcun modo a rivendicare quanto sinora sostenuto ed a rinnovare le nostra insistente domanda alla Regione Sicilia circa le motivazioni che l’hanno indotta prima a rinunciare alla acquisizione gratuita di Siremar ed al proposito poi di acquistarla onerosamente in blocco con Tirrenia, ci auguriamo sinceramente che Mediterranea Holding presenti l’offerta vincolante e che, come si accingeva a fare grazie all’iniziativa assunta del Sottosegretario, Giuseppe Maria Reina, prontamente bloccata”, vemga avviato un confronto”.
“Ma se nonostante i nostri buoni auspici nessuna offerta, compresa quella di Mediterranea Holding, dovesse malauguratamente arrivare, chiediamo al Governo di predisporre, coinvolgendo questa volta opportunamente le organizzazioni sindacali, una nuova gara con bandi separati per ognuna delle cinque societa’ del Gruppo Tirrenia, di coordinarne il loro contestuale svolgimento anche allo scopo di assicurare ai lavoratori omogeneita’ di soluzioni”.
“Diffidiamo invece a porre in essere propositi di liquidazioni o ’spezzatino’ preannunciando, in caso contrario - conclude il sindacalista - una reazione durissima e che non potrebbe tenere in nessun modo conto dei vincoli posti dalla regolamentazione del diritto di sciopero”.