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sabato 3 luglio 2010

Commissario alla Tirrenia. Pecorini verso l'uscita

Tirrenia fa rotta verso il commissariamento. Lo prevede un decreto approvato nella serata di mercoledì dal consiglio dei ministri. Dopo 26 anni ininterrotti alla guida della compagnia di navigazione pubblica (aveva impugnato il timone nel 1984), Franco Pecorini, il gentiluomo del Papa, padre-padrone della società, si appresta a lasciare, sull'onda della privatizzazione del gruppo. Una gara dove è rimasto, con un'unica offerta vincolante, un solo concorrente: Mediterranea holding di navigazione, partecipata da armatori, imprenditori e dalla Regione Sicilia col 37% .
Il testo definitivo del dpr in questione sarà divulgato nelle prossime ore ma i contenuti sono ormai emersi. Con l'obiettivo, espresso sibillinamente in una nota del governo, di «assicurare la regolarità del servizio pubblico di trasporto marittimo con le isole nel periodo di intenso traffico estivo, nelle more del completamento delle procedure di dismissione della società Tirrenia», il decreto prevede, in primis l'intervento di Fintecna (cioè del ministero dell'Economia) a garanzia di alcuni fidi bancari, in scadenza, della compagnia. Ma il testo, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, va oltre. Contempla, in tempi brevi (pochi giorni), tramite un atto firmato di concerto dal ministro dell'Economia e da quello dei Trasporti, lo scioglimento del cda di Tirrenia e l'arrivo di un amministratore unico, un commissario, al posto di Pecorini.
Intanto si rinsalda la cordata di Mediterranea holding che, secondo rumors ministeriali, avrebbe la strada spianata (magari dopo una trattativa sulle condizioni economiche) per garantirsi l'aggiudicazione della gara. Ieri Ttt Lines ha, infatti, deciso di sottoscrivere la propria quota (30,5%) dell'aumento di capitale utile all'acquisizione di Tirrenia; per la quale la holding offre 10 milioni e l'accollamento di 520 milioni di debiti. Di questi, 120 andranno in scadenza a fine 2010 e si sta rinegoziando (il decreto serve anche a quello) la posizione debitoria di Tirrenia nei confronti di 53 banche. Sul commissariamento arriva la critica di Giuseppe Caronia(Uiltrasporti): «Non si capisce perché il provvedimento venga fatto in un momento così delicato».