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domenica 27 giugno 2010

"Agli amici Mandarano e Fonti". Lettera aperta di Piero Roux

Riceviamo e pubblichiamo:
Qualcuno pochi mesi orsono mi ha – giustamente- accusato di essere affetto da “priapismo politico-ambientale”; anche in ambito familiare -spesso - mi si accusa di radicalismo ed integralismo….
Mea Culpa, probabilmente è vero ed urge ch’io adduca delle attenuanti al mio comportamento.
Ho passato quasi 40 anni lontano da quest’isola che - come tutti i Liparesi che vivono altrove- ho sognato quasi tutte le notti come il paradiso al quale ricongiungermi. (tale erano- a livello ambientale- le Eolie al momento della mia partenza).
Oggi scopro che il mio paradiso è stato ceduto ( a livello decisionale) ad una classe politica non eoliana ; è stato svenduto a mega società che dovrebbero sfruttarne le ricchezze; è stato insultato, insozzato, degradato. Scopro di vivere in un paese ove mancano le regole , ove vige la propensione di tutti a prediligere l’interesse personale a quello collettivo; un paese fatto da individui che tendono a barattare il proprio consenso al fine di garantirsi favori o distrazioni sul proprio piccolo o grande illecito privato da parte degli organi preposti al controllo. Un paese divenuto invivibile a causa dell’ illegalità diffusa avallata dalla volontà o inedia di una amministrazione assente o incapace. Insomma…..-per chi ha voglia di vedere- un paese allo sfascio.
Se a tutto ciò, ancoriamo la consapevolezza che tutte le rimostranze sono inutili perché rimbalzano sul muro di silenzio posto ad arte da questa amministrazione, ecco che il mio “priapismo” incomincia a farmi male rendendomi ancora più inca….volato.
Chiedo scusa all’amico Claudio Mandarano e all’assessore Natale Famà per averli punzecchiati. Agli stessi riconosco – oltre che la difesa di un interesse privato ( la libera caccia), la coerenza di pensiero, essendo stati “contro l’istituzione del parco” fin dall’inizio. Lo stesso dicasi per il consigliere Megna e l’ottimista consigliere Fonti (che beato lui crede sia ancora possibile l’autodeterminazione). Fin qua le posizioni- anche se divergenti dalle mie- sono chiare e quindi da rispettare.
Altre sono le cose che- a livello personale- mi fanno imbufalire e tra queste:
- la gestione della menzogna fatta circolare ad arte.
Ricordo il periodo pre-elettorale in cui un candidato a sindaco batteva le campagne inducendo la cittadinanza a diffidare del candidato avversario in quando era un “ambientalista” ed in quanto tale - oltre a non permettere l’uso dei pollai che avrebbe fatto smontare- si sarebbe adoperato per l’istituzione del “parco” che avrebbe vincolato le proprietà ed impedito qualsiasi attività rurale, impedendo persino la raccolta delle olive.
- la mancanza di chiarezza di chi -al fine di opportunità politico-elettorale-non sa da che parte stare.
Le parole più usate-in questo momento- sono: “opportunità politica” – “strategia elettorale”- “visibilità”….
Non si discute sull’opportunità o fattibilità del parco; sulle regole da porre; su chi sarà il gestore; sulle somme che verranno messe a disposizione; sulle eventuali limitazioni, sui possibili vantaggi, oppure sulle perimetrazioni .
Assistiamo – ancora una volta- ad un arroccamento di posizioni tra Consiglio Comunale ed Esecutivo locale su chi deve gestire i rapporti con il Ministero dell’Ambiente – una sorta di Capuleti e Montecchi…. insomma: Pino Longo contro Mariano Bruno–
(Oppure, più semplicemente e pensando male, assistiamo alla solita lotta di pre-ripartizione di cariche)

Infine mi rode, da come mi si racconta, ritrovarmi tra i firmatari della petizione che, se fosse vero dimostrerebbe con quanta serietà è stata svolta l’operazione della raccolta firme.
Infine , non mi preoccupa molto risultare simpatico o ritrovare affinità all’operato dell’amministrazione che avverso sia per differenti posizioni politiche sia per non condivisione di programmi di sviluppo ma, per essere coerente con il mio pensiero, debbo ammettere di aver visto “nell’operazione Pianoconte” ,solo speculazione e ricerca –per alcuni -di visibilità.
Tutti sapevano che il Consiglio a Pianoconte sarebbe saltato per mancanza del numero legale. Lo sapeva il comitato che aveva richiesto l’incontro ma lo sapeva - soprattutto- il Presidente Longo che non ha pensato di avvertire la gente, mostrando cosi di rispettarla - che poteva restare a casa ad annaffiare l’orto.
Invito i firmatari della petizione a pensare positivamente alla istituzione del parco ed elaborare delle proposte di regolamento e di gestione al fine di salvaguardare sia il territorio da futuri possibili attacchi esterni, sia proteggere i propri, legittimi privati interessi. Avranno cosi modo di confrontarsi durante il convegno che vedrà presenti -spero- autorevoli rappresentanti del Governo.
Piero Roux