Cerca nel blog

lunedì 12 luglio 2010

Lo Cascio: meglio un Parco Nazionale – azzoppato da una sciagurata legge finanziaria – che il vuoto assoluto". Lettera aperta sul Parco delle Eolie

Riceviamo dal consigliere Pietro Lo Cascio e pubblichiamo:
Alla luce del voto espresso ieri dal Consiglio Comunale di Lipari, al quale non ho purtroppo potuto prendere parte per inderogabili ragioni personali, ritengo necessario chiarire la mia posizione sulla questione del Parco Nazionale delle Eolie.
Insieme agli altri consiglieri delle forze di minoranza (PD, UDC, Nuovo Giorno), ho condiviso le ripetute richieste rivolte all’Amministrazione comunale – ma rimaste a lungo inascoltate – di potere conoscere in tempi ragionevoli i vari passaggi relativi all’istituzione del Parco, presentando come primo firmatario una richiesta di autoconvocazione del consiglio già alla fine di febbraio. Pertanto, ritengo che le critiche rivolte dalla minoranza all’Amministrazione per come ha “gestito” l’intera vicenda, con posizioni spesso ambigue, inviti a riunioni a Palermo con fantomatici “rappresentanti” di frazioni che non mi risultano essere stati mai eletti a tale scopo, assessori che non partecipano alle riunioni di giunta ma mantengono però le deleghe, ecc., siano assolutamente lecite e – da parte mia – pienamente condivise. L’Amministrazione comunale aveva il dovere di chiedere e ottenere una fase di concertazione ampia e soddisfacente, che non si può ridurre alla fugace apparizione di qualche funzionario regionale, e che avrebbe dovuto prevedere esaurienti passaggi nelle opportune sedi istituzionali, prima fra tutte il Consiglio Comunale. A questo, si aggiunge la palese incapacità della maggioranza eletta al governo di questa comunità nel mantenere una posizione univoca e coerente su un tema delicato e di importanza fondamentale come quella del Parco Nazionale, affrontandolo nei tempi giusti e nei modi più opportuni, che ne ha permesso invece un uso strumentale e viziato da argomentazioni spesso discutibili.
L’assenza di una reale concertazione, l’impossibilità di ottenere dall’unico interlocutore credibile – il Ministero dell’Ambiente – le necessarie garanzie che il Parco possa essere davvero uno strumento di sviluppo sostenibile, o le altrettanto necessarie garanzie che possa essere realmente rappresentativo di una realtà complessa come quella eoliana, piuttosto che un ennesima concentrazione di potere dato in pasto alla lottizzazione partitica, sono lacune che rendono certamente problematica qualsiasi sottoscrizione “in bianco” della cambiale Parco, una cambiale che lo stesso governo nazionale da una parte mette in mano alla nostra comunità, mentre dall’altra già manda in protesto ancor prima che sia firmata (si veda la scellerata riduzione delle risorse destinate alle aree protette).
Tuttavia, io sono e resto assolutamente favorevole al Parco Nazionale delle Eolie, e non condivido alcuni punti dell’ordine del giorno che il Consiglio Comunale ha ritenuto di approvare ieri; in particolare, non ritengo che il Parco aggiunga “ulteriori vincoli” a quelli già esistenti: questi esistono già, e lo strumento-parco può semmai trasformarli in ricadute positive per una vasta serie di attività compatibili e sostenibili, come l’agricoltura, ma anche come il turismo. Questo è ciò che le Eolie, a mio avviso, devono pretendere da un Parco Nazionale. In un momento di profonda crisi economica – che, al di là delle bugie del berlusconismo, è probabilmente appena iniziata – un sistema che vive essenzialmente di turismo deve rilanciare in modo significativo la propria immagine, e lo deve fare cercando di intercettare quei mercati che oggi sono in fuga dal nostro arcipelago, ovvero quelli che non limitano la propria presenza al solo mese di agosto, o che stazionano per poche ore tornando la sera nei villaggi della Calabria e della Sicilia. Un sistema come il nostro, trascinato nel baratro di una profonda crisi economica, deve “ripensare” interamente anche le proprie risorse; qui l’azione di un Parco non può che essere positiva, poiché tra le sue finalità annovera il rilancio dell’agricoltura biologica, puntando su prodotti di pregio e sul loro riconoscimento. E il Parco potrebbe essere ancora lo strumento per intercettare i fondi comunitari che, tutt’ora, giacciono senza essere spesi in dotazione a una Regione che, tra il 2000 e il 2006, ne ha dovuti restituire oltre il 75% per manifesta incapacità progettuale. Il 2013 non è lontano: i fondi assegnati – dopo quella data – diventeranno una eventualità molto meno probabile, e con loro le nostre reali prospettive di sviluppo.
Per questo, pur rispettando il voto che democraticamente il Consiglio Comunale ha espresso ieri, continuo a rimanere assolutamente convinto che sia meglio un Parco Nazionale – anche azzoppato da una sciagurata legge finanziaria – che il vuoto assoluto. E continuo a rimanere convinto che gli eoliani saprebbero, o sapranno, condizionare l’azione di un Parco Nazionale per ottenere risposte concrete alle loro esigenze di sviluppo e di occupazione, ma anche di tutela di un territorio che in molti aspetti si presenta profondamente devastato e, in altri, assolutamente inadeguato alla realtà turistica che vorrebbe rappresentare.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà