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domenica 11 luglio 2010

L'obbligo di non arrendersi (di Luca Chiofalo)

(Luca Chiofalo) In un paese in cui abbondano felloni, lenoni e sciacalli, le persone impegnate in maniera genuina per la collettività o privatamente rispettose della legalità, vivono spesso momenti di scoramento. In un contesto avvezzo al malaffare e al ricatto, in cui prevale la logica del clan e della difesa dell' interesse privato e particolare, anche quando si ricoprono cariche pubbliche, i cittadini perbene vivono il disagio di non far parte della "famiglia dei predatori", emarginati ed attaccati proprio per la loro rettitudine, che li rende difficili da piegare agli interessi delle oligarchie al potere. Eppure il "male" da combattere (se si volesse farlo), o almeno la sua origine, è facilmente individuabile. Da lungo tempo ormai, sempre le stesse sono le "famiglie", in senso lato, che "controllano" Lipari (lo facessero bene non avrei da ridire) e ne influenzano negativamente la vita, ammorbando e corrompendo le abitudini della popolazione; ogni tanto viene "innestato" qualche "utile idiota" fedele alla causa, ma la sostanza non cambia. Sono sempre loro gli attori principali della vita sociale del paese, fanno parte di "importanti" associazioni, organizzano convegni, incontri, approfondimenti, perfino proteste (contro loro stessi?), col solo scopo di continuare a muovere i fili di ignari e ammirati burattini (noi), inconsapevoli "operai" della fabbrica del consenso. A nessuno è permesso disturbare gli "affari" dei nostri notabili, e più volte ho personalmente pagato le conseguenze di questa subcultura sociale e politica, con la tentazione forte di smettere di combatterla.
Ma non ce la faccio, non so rinunciare, non accettto l'ingiustizia di vedere il mio paese impunemente depredato, e sono convinto che tanti altri miei concittadini vivono la mia stessa frustrazione e la mia stessa volontà di riscatto. Se uno tira un sasso è reato, se mille tirano un sasso è un atto politico... ed è nella forza e nell'unità della volontà di cambiamento che sta la chiave, in un nuovo progetto per la nostra terra che ci restituisca il potere democratico di scegliere il meglio per tutti, eliminando gli ingiusti privilegi di chi pensa di tramandarsi, in eterno e senza merito, il "comando" delle nostre isole.