Rifacendomi
alla segnalazione della D.ssa Laura Natoli, la quale evidenziava la perdita di
ben due posti da destinare a parcheggio nella via Madre Florenzia Profilio,
segnalazione che personalmente ritengo essere arguta e legittima, mi balza subito
alla mente la dozzina di posti auto soppressi invece nel parcheggio pubblico
ubicato lungo la via Torrente Cappuccini (mi riferisco a quello inteso dai più
come “parcheggio Augustus”, vista la vicinanza con l’omonimo hotel). Numerosi
posti auto soppressi per far spazio sapete a cosa? AI VENDITORI AMBULANTI!!
La normativa
(D.Lgs. 114 del 31 marzo 1998 art. 28 commi 13-15-16) prevede che siano i
comuni ad individuare le aree all’interno delle quali è autorizzato oppure no
il commercio su area pubblica e solitamente le aree non occupate da fiere,
mercati o manifestazioni particolari sono interdette al commercio ambulante.
A questo punto
mi chiedo: da quando, o semplicemente quando, quell’area è stata fiera, mercato
oppure interessata da qualche manifestazione particolare che non sia il semplice
parcheggio di veicoli?
Non bisogna
essere dei geni per comprendere l’importanza di quel parcheggio, data la
vicinanza al porto di Sottomonastero. Senza tenere conto del fatto che i
venditori ambulanti dovrebbero per definizione stessa essere itineranti; la
legge non specifica con esattezza la durata di ogni singolo stazionamento ma
sicuramente quello che si verifica quotidianamente nel suddetto ex parcheggio
non può essere definito come commercio ambulante.
Il fenomeno
testè evidenziato non è l’unica anomalia (leggasi vergogna) a passare quasi
inosservata, gli esempi sono molteplici senza stare a rifletterci più di tanto,
provate a pensare al belvedere di Quattrocchi trasformato in rivendita di
souvenir di giorno e in tavola calda improvvisata di sera, oppure ai loschi
figuri che hanno apposto un lucchetto all’ingresso dello stabilimento termale
di S. Calogero facendo pagare i malcapitati turisti desiderosi di visitare
l’antica stufa al suo interno e vendendo prodotti alimentari senza il minimo
controllo sanitario o fiscale.
Tengo a
precisare che il sottoscritto non scrive da soggetto “leso” dalla questione, che
si guadagnino pure la pagnotta in barba a chi dovrebbe vigilare, per quanto mi
riguarda, ma mi sorprende molto che coloro i quali operano in condizioni di
legalità non protestino vibratamente contro queste forme di abusivismo.
E mi fermo qui
per non tediare oltremodo il lettore, l’elenco sarebbe troppo lungo e purtroppo
ormai sembriamo tutti d’accordo sul fatto che in Italia nulla è più definitivo
di ciò che è provvisorio. Saluti.
Luca Giuffrè
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