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giovedì 7 giugno 2012

L'importanza del piccolo libero parcheggio di via Cappuccini (di Luca Giuffrè)

Rifacendomi alla segnalazione della D.ssa Laura Natoli, la quale evidenziava la perdita di ben due posti da destinare a parcheggio nella via Madre Florenzia Profilio, segnalazione che personalmente ritengo essere arguta e legittima, mi balza subito alla mente la dozzina di posti auto soppressi invece nel parcheggio pubblico ubicato lungo la via Torrente Cappuccini (mi riferisco a quello inteso dai più come “parcheggio Augustus”, vista la vicinanza con l’omonimo hotel). Numerosi posti auto soppressi per far spazio sapete a cosa? AI VENDITORI AMBULANTI!!
La normativa (D.Lgs. 114 del 31 marzo 1998 art. 28 commi 13-15-16) prevede che siano i comuni ad individuare le aree all’interno delle quali è autorizzato oppure no il commercio su area pubblica e solitamente le aree non occupate da fiere, mercati o manifestazioni particolari sono interdette al commercio ambulante.
A questo punto mi chiedo: da quando, o semplicemente quando, quell’area è stata fiera, mercato oppure interessata da qualche manifestazione particolare che non sia il semplice parcheggio di veicoli?
Non bisogna essere dei geni per comprendere l’importanza di quel parcheggio, data la vicinanza al porto di Sottomonastero. Senza tenere conto del fatto che i venditori ambulanti dovrebbero per definizione stessa essere itineranti; la legge non specifica con esattezza la durata di ogni singolo stazionamento ma sicuramente quello che si verifica quotidianamente nel suddetto ex parcheggio non può essere definito come commercio ambulante.
Il fenomeno testè evidenziato non è l’unica anomalia (leggasi vergogna) a passare quasi inosservata, gli esempi sono molteplici senza stare a rifletterci più di tanto, provate a pensare al belvedere di Quattrocchi trasformato in rivendita di souvenir di giorno e in tavola calda improvvisata di sera, oppure ai loschi figuri che hanno apposto un lucchetto all’ingresso dello stabilimento termale di S. Calogero facendo pagare i malcapitati turisti desiderosi di visitare l’antica stufa al suo interno e vendendo prodotti alimentari senza il minimo controllo sanitario o fiscale.
Tengo a precisare che il sottoscritto non scrive da soggetto “leso” dalla questione, che si guadagnino pure la pagnotta in barba a chi dovrebbe vigilare, per quanto mi riguarda, ma mi sorprende molto che coloro i quali operano in condizioni di legalità non protestino vibratamente contro queste forme di abusivismo.
E mi fermo qui per non tediare oltremodo il lettore, l’elenco sarebbe troppo lungo e purtroppo ormai sembriamo tutti d’accordo sul fatto che in Italia nulla è più definitivo di ciò che è provvisorio. Saluti.
 Luca Giuffrè

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