L'Osservatorio regionale, nel corso della tre giorni mazarese
(Trapani) dello "Slow Sea Land", organizzata da Regione siciliana, Slow
food Italia, Distretto della pesca (Cosvap) Comune di Mazara del Vallo e
Ice, ha presentato il Report 2011 della pesca e acquacoltura. Il
coordinatore dell'Osservatorio, Giuseppe Pernice, lancia l'allarme: "Al
31 dicembre 2011 risultano in attivita' nei porti siciliani circa 3 mila
battelli da pesca, 81 in meno rispetto al 2010. Si e' ridotto il
pescato e si sono persi nel 2011 circa 2 mila posti di lavoro. Oggi, in
Sicilia i pescatori sono 8 mila contro i 23 mila del 1997, di cui quasi
14 mila occupati nella pesca d'altura".
Alla luce dei cambiamenti socio-politici che hanno interessato negli
ultimi mesi molti Paesi, il Rapporto propone una nuova strategia comune
per la pesca nel Mediterraneo basata sui principi della "Blue economy",
cioe' sulla responsabilita' individuale e multilaterale per la
salvaguardia delle risorse ittiche attraverso una pesca razionale ed
ecosostenibile. "Interesse comune e' quello 'coltivare' tutti insieme il
mare secondo i principi della Blue economy - ha detto il presidente
del Cosvap, Giovanni Tumbiolo - un modello di sviluppo responsabile,
duraturo, condiviso ed orientato all'innovazione, al trasferimento
tecnologico e all'internazionalizzazione".
Alla stesura della terza edizione del Report sulla pesca, che offre
soluzioni operative per consolidare il processo di cooperazione fra i
Paesi rivieraschi, hanno collaborato ricercatori, giuristi ed economisti
turchi, algerini, tunisini ed egiziani.
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