Dodici grandi eventi
finanziati dalla Regione siciliana, tra cui la visita di Papa Benedetto
XVI nell'ottobre di due anni fa, sono finiti al centro di una inchiesta
della Procura di Palermo. Ieri la Guardia di Finanza ha sequestrato
documenti nell'abitazione e negli uffici di Fausto Giacchetto, noto
project manager, che assieme a un cartello d'imprese avrebbe messo le
mani su finanziamenti per diversi milioni di euro per la gestione delle
campagne di comunicazione.
Gli inquirenti ipotizzano i reati di corruzione e turbativa d'asta per otto persone tra titolari di imprese aggiudicatrici delle gare e funzionari della Regione. Durante le perquisizioni sono stati trovati anche 600 mila euro in una cassetta di sicurezza. Tra i Grandi eventi nel mirino degli investigatori ci sono i Giochi delle isole, il Festino di Santa Rosalia, patrona di Palermo, e altre manifestazioni svolte dal 2010 fino al dicembre dell'anno scorso.
Gli inquirenti ipotizzano i reati di corruzione e turbativa d'asta per otto persone tra titolari di imprese aggiudicatrici delle gare e funzionari della Regione. Durante le perquisizioni sono stati trovati anche 600 mila euro in una cassetta di sicurezza. Tra i Grandi eventi nel mirino degli investigatori ci sono i Giochi delle isole, il Festino di Santa Rosalia, patrona di Palermo, e altre manifestazioni svolte dal 2010 fino al dicembre dell'anno scorso.
Nell'inchiesta Grandi Eventi spuntano i nomi dei
politici coinvolti. Come scrive l'edizione cartacea del Giornale di
Sicilia, in edicola oggi, tra i parlamentari ci sarebbero quattro
esponenti del Pdl (il presidente dell’Ars Francesco Cascio, il deputato
regionale Francesco Scoma, il parlamentare nazionale Giuseppe Scalia e
il vice presidente vicario dell’Ars Santi Formica), tre di Fli (il
deputato nazionale Nino Lo Presti e i parlamentari regionali Carmelo
Currenti e Luigi Gentile), due del Mpa (il senatore Giovanni Pistorio e
il capogruppo all’Ars Nicola D’Agostino) e il senatore dell’Udc Enzo
Galioto. Nessuno dei politici risulta indagato. Tutti i politici si
difendono, negando qualsiasi tipo di reato o di favore ricevuto.
Era attento ai dettagli l'imprenditore palermitano
Fausto Giacchetto, che avrebbe messo a disposizione di una decina di
parlamentari nazionali e regionali appartamenti nel centro di Palermo ed
escort. Le case avevano tutti i confort e, se Sky non funzionava,
qualcuno dei suoi andava subito a riparare la parabola.
Nelle intercettazioni, finite agli atti dell'inchiesta della Procura di Palermo su una serie di presunte turbative d'asta e corruzioni in cui Giacchetto è coinvolto assieme ad altre sette persone, si parla di donne e denaro. Tutto serviva, o poteva servire, a spianare la strada agli affari del manager che avrebbe versato mazzette in quantità, ogni volta che ce n'era bisogno per ottenere appalti per alcuni grandi eventi come la visita del Papa a Palermo due anni fa. "Io ho fatto il mio dovere", soleva dire. Adesso gli inquirenti stanno passando al setaccio i documenti di Giacchetto sequestrati nei suoi appartamenti e nei suoi uffici. In una cassetta di sicurezza sono stati trovati alcuni orologi da collezione e 400 mila euro in contanti.
A oleare i meccanismi della burocrazia per ottenere appalti milionari sarebbe stato un funzionario dell'assessorato regionale al Turismo, indagato assieme a una parente di Giacchetto, due suoi dipendenti e altri imprenditori. I politici che, come risulta da alcune intercettazioni, avrebbero goduto di case e prostituite, che rilasciavano pure la fattura, non sono indagati: non è stato provato, infatti, che, in cambio, Giacchetto abbia ricevuto da loro favori. Tra i parlamentari ci sarebbero quattro esponenti del Pdl, tre di Futuro e Libertà, due del Mpa, uno dell'Udc. Di questi due sono senatori e due deputati nazionali.
Giacchetto, come dimostrerebbero le intercettazioni, aveva rapporti con tutti, soprattutto con le istituzioni e le mazzette sarebbero state piuttosto "generose" tanto da arrivare, a seconda dell'appalto, anche a 100-200mila euro, intercettando così risorse regionali e comunitarie destinate ai piani di comunicazione. "Ti do 50 mila a te e altri 50 mila all'altro", dice Giacchetto in una delle intercettazioni finita agli atti dell'indagine.
Fino a scatenare la reazione di un imprenditore escluso dalle gare per la fornitura di servizi in occasione della visita del Papa che ha fatto un esposto alla Procura. Ma il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Maurizio Agnello, che coordinano le indagini, si sono presto accorti che quello non sarebbe l'unico appalto "manovrato". Negli ultimi due anni ne sono venuti fuori dodici solo in Sicilia, ma il sospetto è che il fenomeno sia esteso anche a diverse manifestazioni in Italia. Un vaso di Pandora ancora da scoperchiare.
Nelle intercettazioni, finite agli atti dell'inchiesta della Procura di Palermo su una serie di presunte turbative d'asta e corruzioni in cui Giacchetto è coinvolto assieme ad altre sette persone, si parla di donne e denaro. Tutto serviva, o poteva servire, a spianare la strada agli affari del manager che avrebbe versato mazzette in quantità, ogni volta che ce n'era bisogno per ottenere appalti per alcuni grandi eventi come la visita del Papa a Palermo due anni fa. "Io ho fatto il mio dovere", soleva dire. Adesso gli inquirenti stanno passando al setaccio i documenti di Giacchetto sequestrati nei suoi appartamenti e nei suoi uffici. In una cassetta di sicurezza sono stati trovati alcuni orologi da collezione e 400 mila euro in contanti.
A oleare i meccanismi della burocrazia per ottenere appalti milionari sarebbe stato un funzionario dell'assessorato regionale al Turismo, indagato assieme a una parente di Giacchetto, due suoi dipendenti e altri imprenditori. I politici che, come risulta da alcune intercettazioni, avrebbero goduto di case e prostituite, che rilasciavano pure la fattura, non sono indagati: non è stato provato, infatti, che, in cambio, Giacchetto abbia ricevuto da loro favori. Tra i parlamentari ci sarebbero quattro esponenti del Pdl, tre di Futuro e Libertà, due del Mpa, uno dell'Udc. Di questi due sono senatori e due deputati nazionali.
Giacchetto, come dimostrerebbero le intercettazioni, aveva rapporti con tutti, soprattutto con le istituzioni e le mazzette sarebbero state piuttosto "generose" tanto da arrivare, a seconda dell'appalto, anche a 100-200mila euro, intercettando così risorse regionali e comunitarie destinate ai piani di comunicazione. "Ti do 50 mila a te e altri 50 mila all'altro", dice Giacchetto in una delle intercettazioni finita agli atti dell'indagine.
Fino a scatenare la reazione di un imprenditore escluso dalle gare per la fornitura di servizi in occasione della visita del Papa che ha fatto un esposto alla Procura. Ma il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Maurizio Agnello, che coordinano le indagini, si sono presto accorti che quello non sarebbe l'unico appalto "manovrato". Negli ultimi due anni ne sono venuti fuori dodici solo in Sicilia, ma il sospetto è che il fenomeno sia esteso anche a diverse manifestazioni in Italia. Un vaso di Pandora ancora da scoperchiare.
Tra le società palermitane finite nel mirino ci sono
la Barter Consulting srl con sede in via Ruggero Settimo; la Media
Consulting srl di via Aldisio; la G2 srl e la Key 75 srl di piazza
Crispi; la General Service srl di via Terrasanta e la D.I. Giacchetto
Faustino. A Bagheria sono coinvolte la Media Center & Management srl
e la coop l’Avvenire; a Roma la Jumbo Grandi Eventi Spa e a Milano la
Ab Comunicazioni srl e la Space srl. Oltre alla visita del Papa, gli
eventi al centro delle indagini sono i Giochi delle Isole, l’Inycon di
Menfi, il Cous Cous Fest Preview di San Vito Lo Capo, la Settimana
Tricolore di Ciclismo (tra Messina, Catania e Siracusa), il 387° Festino
di S. Rosalia a Palermo, il Sicily Modern Pentathlon 2011 (Catania e
Messina), il Sicilian Ladies Open Golf di Castiglione di Sicilia, i
Campionati mondiali di Scherma di Catania, il Taormina Fashion Award, il
Palermo Fashion Night e la gestione di bar e ristorazione del Teatro di
Verdura di Palermo.
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