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mercoledì 11 dicembre 2013

L’ARS STRINGE LA CINGHIA, MA SI TIENE IL PARAMETRO CON IL SENATO

L’Assemblea regionale siciliana ha rinviato di un giorno la pillola amara. Niente male, ormai dovrà ingoiarla, perché così è e non ci può fare niente nessuno, e poi l’ha deciso, non può tirarsi indietro. Resta appesa al filo (delle furbizie o delle buone intenzioni) l’ultima voce del pacchetto spending review dedicato agli emolumenti dei parlamentari regionali, il compenso per l’attività politica.
Il decreto Monti, se recepito totalmente, dovrebbe abbassare di molto questo “zainetto”, che include anche i contratti per gli assistenti (i portaborse). Su questa voce ancora non c’è accordo, sono previsti emendamenti, e potrebbero perciò sorgere confronti accesi su diversità di opinioni nette fra quanti preferirebbero evitare di finire sui giornali nazionali per qualche migliaio di euro e gli altri, che ci tengono a far bene il loro mestiere con le risorse che servono…
Sono, invece, a quanto pare tutti d’accordo, seppure con motivazioni diverse, sulla necessità di non disancorare gli emolumenti dell’Assemblea regionale siciliana a quelli del Senato della Repubblica. C’è chi ne fa una questione di principio, perché sarebbe questo l’ultimo appiglio della specialità, e c’è infine chi correggendo il tiro, sostiene che non è sui “privilegi” (rispetto ai consiglieri regionali), che si deve pretendere rispetto per lo Statuto autonomista.
Qualunque sia la motivazione “il parametro” con il Senato ha una valenza rilevante. Se cade questa trave, crolla tutto l’edificio, perché trascinerebbe con sé gli emolumenti del personale dipendente, nessuno escluso. Il parametro, infatti, ha finora permesso l’allineamento automatico, di fatto, degli emolumenti dei deputati e degli stipendi del personale dell’Ars alla Camera Alta. Non per nulla il presidente della Regione ha richiamato l’attenzione su questo tema, auspicando l’allineamento agli stipendi del personale della Regione.
Un salto in giù molto brusco, che può fare saltare il banco, rendendo più complicato il recepimento del decreto Monti in aula mercoledì 11 dicembre. Se venisse tagliato il cordone ombelicale con il Senato per i deputati, come potrebbe sopravvivere quello del personale dipendente? Impossibile. Senza contare che c’è un grosso problema sui diritti acquisiti. Sarebbe una carneficina stipendiale. Se non ci fossero nelle piazze i Forconi, sarebbe vietato anche farci un pensierino, ma quelli ci sono e allora…
C’è inoltre un aspetto del quale non sembra curarsi nessuno a proposito del parametro. Mentre l’Ars reclama la permanenza del paramento, l’allineamento con Palazzo Madama, si fa sempre più larga la platea di coloro che, a cominciare da Renzi, vorrebbero addirittura la fine della seconda Camera, piuttosto che la sua trasformazione in camera delle autonomie regionali.
Le sorti del parametro, comunque sia, sono appese a un filo.

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