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sabato 14 dicembre 2013

LE REGOLE DEL PALAZZO: GIACCA, CRAVATTA E FACCIA TOSTA. ARS, LA DIRETTIVA DEL COLLEGIO DEI QUESTORI

Il bon ton sbarca a Palazzo dei Normanni dopo due decenni di indulgenza grazie, o a causa, di una direttiva dei deputati questori, che detta regole ferree sull’abbigliamento di coloro che frequentano il Palazzo. Norme sul traffico interno, a seconda delle giornate d’Aula, di lavoro delle Commissioni, o delle pause parlamentari.
I destinatari principali della direttiva dei questori sono i frequentatori del palazzo, non le frequentatrici.Larghissima parte delle regole riguarda infatti l’uso della giacca e della cravatta. Indumenti che vengono preferibilmente usati dagli uomini. Tolleranza zero, naturalmente. Chi non indossa giacca e cravatta non potrà entrare, circolare, recarsi dove vuole.
La normativa di Palazzo dei Normanni ha suscitato insofferenza e provocato proteste nel Movimento di Beppe Grillo, che a Palazzo dei Normanni è piuttosto nutrito (14 deputati regionali). L’irritazione è stata tale da avere suggerito una pesante ritorsione “personale”, verso uno dei firmatari della direttiva, il deputato questore Rinaldi, che ha avuto di recente guai con la giustizia nella sua Messina. Una storia che non c’entra niente con la giacca e la cravatta, ma tutto fa brodo quando c’è da incazzarsi e mostrare di esserlo alla platea.
Ciò premesso, come disse qualcuno importante, c’è un tempo per tutte le cose, e la direttiva della giacca e cravatta non era certo in cima alle aspettative di alcuno, dentro e fuori il Palazzo, dove peraltro scorazzano ospiti paganti e non a frotte dalla mattina alla sera, perché il complesso monumentale è uno dei luoghi più visitati al mondo. È perciò faticoso per chi deve dirigere il traffico all’interno fare convivere i bisogni dell’attività parlamentare con quelli, altrettanto legittimi, dei turisti e dei partecipanti ai numerosissimi convegni ospitati nelle varie sale. Coniugare l’attività parlamentare e l’attività politico-culturale e turistica non è una faccenda semplice. Soprattutto non si risolve con la giacca e la cravatta.
Il merito, infine. La giacca e la cravatta non regala nulla, né toglie nulla all’austerità del palazzo ed all’austerità dei suoi riti, che vanno tenuti in gran considerazione a prescindere dalla qualità e dalle intenzioni dei frequentatori occasionali e residenziali. Palazzo dei Normanni è la sede della massima istituzione democratica della Sicilia. Come tutti i Parlamenti pretende rispetto e sobrietà, forma e sostanza.
L’abito non fa il monaco, ma il monaco sprovvisto dell’abito non è credibile, fa più fatica a conquistarsi rispetto ed ascolto. Il Parlamento è il tempio della democrazia, ha bisogno di carisma, di una diversità formale affinché sia pensato come un luogo importante.
La giacca e la cravatta non sono l’abito della cerimonia, sono piccoli segni di rispetto formale per il luogo. Vale la pena prendersela? Sul resto, i camminamenti e il traffico interno, ci torniamo un’altra volta. È complicato capirci qualcosa. Il Palazzo, talvolta, è un labirinto. Si può frequentarlo per anni e non capirci niente. In tutti i sensi.

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