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sabato 17 aprile 2010

Regione. No alla privatizzazione dell'acqua Scioglimento degli Ato idrici

Dopo il no agli Ato rifiuti, arriva il no agli Ato idrici. Un emendamento del governo nella Finanziaria che sarà posta all'esame dell'Ars martedì prossimo segnerà la fine del processo di privatizzazione dell'acqua in Sicilia, restituendone la gestione ai comuni. Allo stop delle procedure dovrebbe seguire, chiusa la sessione di bilancio, così come avvenuto per la legge sui rifiuti, una legge per lo scioglimento degli Ato idrici che, sulla base del disegno di legge di iniziativa popolare, sottoscritto da 143 sindaci, di cui in Ars si è fatto portavoce l'on. Giovanni Panepinto. Entro dodici mesi dall'entrata in vigore della legge, i contratti privati posti in essere le società miste o interamente private a cui era stata affidata la gestione delle reti idriche, decadranno. "L'acqua - ha commentato il capogruppo del Pd Antonello Cracolici - è un bene pubblico, non può diventare uno strumento per far soldi". "Il Pd - ha aggiunto - continua a lavorare perché la finanziaria contenga la richiesta che proviene da centinaia di amministrazioni in tutta la Sicilia per ripubblicizzare la gestione delle risorse idriche". "Anche quello della gestione delle risorse idriche - ha concluso Cracolici - può essere un terreno di lotta per la legalità, dal momento che si possono annidare interessi e affari di chi intende speculare sulla pelle dei siciliani". A giudizio di Filippo Panarello (Pd), nella Finanziaria dovrebbe essere inserito anche un emendamento che recepisca i contenuti del disegno di legge approvato dalla commissione Lavoro per la stabilizzazione dei privati. "La proposta di stabilizzazione avanzata dal governo e concordata con i sindacati di categoria - ha detto - è una giusta risposta all'eterno problema del precariato in Sicilia, ma vista la complessità dell'argomento e la necessità di guardare all'intero bacino, piuttosto che affidarsi ad emendamenti, si potrebbero recepire nella finanziaria i contenuti del ddl approvato appena pochi giorni fa dalla commissione Lavoro". "Il disegno di legge - ha ricordato - dà una risposta a tutte le figure del precariato della pubblica amministrazione: immediata per i precari della Regione e graduale per quelli degli enti locali". Il capogruppo dell'Udc Rudy Maira, a sua volta, ha presentato un emendamento per abbattere dall'1,4 allo 0,9 per cento l'addizionale regionale dell'Irpef per le famiglie numerose e per i nuclei con a carico persone diversamente abili. "In pratica - ha spiegato - viene fissata una soglia di 50.000 euro di reddito imponibile per l'applicazione di tale beneficio a favore delle famiglie con almeno tre figli. Mentre scende a 45.000 euro l'imponibile, quindi la no tax area, per i nuclei familiari con soggetti portatori di handicap".