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mercoledì 8 settembre 2010

ATO Me5 "Eolie per l'ambiente". Decreto ingiuntivo verso il comune. L'articolo sulla Gazzetta del sud di oggi

Gazzetta del sud- Salvatore Sarpi
Il Comune non ha liquidato all'ATO Me 5 "Eolie per l'Ambiente" fatture per un importo di 565.976,64 euro (compreso IVA) e il presidente della società d'ambito, avv. Saro Venuto, ha presentato ieri al giudice monocratico del tribunale di Lipari la richiesta di emessione di un decreto ingiuntivo.
Le fatture, riguardanti il periodo maggio-luglio 2010, sono inerenti le risorse economiche, derivanti dalla riscossione Tarsu, poste a base del servizio offerto in appalto e di cui l'Ato è l'esecutrice del contratto di cessione di un servizio. Davanti al giudice si è arrivati dopo che il comune di Lipari, prima di procedere alla liquidazione delle fatture, ha richiesto all'Ato la presentazione del Durc (Documento unico di regolarità contribuitiva). Richiesta contestata in prima istanza dall'amministratore delegato Mimmo Fonti e, successivamente, dallo stesso presidente Venuto che hanno sostenuto come «non avendo la società d'ambito partecipato a nessuna gara d'appalto e non avendo sottoscritto alcun contratto pubblico ma essendo solo mera esecutrice di un contratto di cessione di un servizio che poi affida, non ha l'obbligo di tale presentazione. Tale situazione – aveva scritto Venuto in una nota inviata al sindaco – è veramente povera di contenuti sotto il profilo della evidente e manifesta erroneità in cui è incorso il Comune di Lipari ovvero i funzionari o loro esperti che hanno deciso il diniego al pagamento delle fatture. La circolare, a cui il Comune fa riferimento, attiene solo ed esclusivamente ai contratti pubblici, senza eccezione alcuna, ovvero a quei contratti che regolamentano servizi, opere pubbliche, nei quali si prevede una prestazione ed un corrispettivo».
Viene rilevato come il mancato pagamento delle fatture non ha consentito all'Ato di pagare l'A.T.I. Multiecoplast S.r.l./Onofaro Antonino/Pizzo Pippo, che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento. In conseguenza di ciò questa, che già ha anticipato le mensilità previste, non ha potuto corrispondere gli stipendi ai propri dipendenti che quindi sono in stato d'agitazione. «È impensabile – ha dichiarato il presidente Venuto – lasciare senza stipendio e senza fonte di sussistenza una sessantina di famiglie. Anche perchè il cavillo posto dal Comune per non pagare non ha motivo di esistere».
Il presidente ha anche detto che, perdurando l'attuale atteggiamento, si potrebbe decidere di ricorrere ogni mese al decreto ingiuntivo con aggravio, ovviamente, di spese. Aggravio che già in questo momento per il decreto presentato è di un migliaio di euro

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