Cerca nel blog

venerdì 10 settembre 2010

Lettere al direttore. "Ma quali intonaci? "

Caro direttore,
ho letto la nota dell'assessore Ferlazzo e resto esterrefatto di fronte ad un termine che egli usa: Intonaci.
Ho voluto dapprima ingrandire la foto da lei pubblicata oggi, e poi restringerne il campo, per vedere meglio gli "intonaci".
Poi resomi conto (ma non avevo dubbi) che di tutt'altro si tratta, sono andato a leggermi e lo propongo ai suoi lettori cosa si intende per "intonaci".
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. L'intonaco è tradizionalmente una malta composta da una parte legante (indurente) che ingloba sabbia di dimensione granulometrica selezionata con diametro massimo generalmente non superiore ai 2 millimetri
Orbene si converrà che quelli sugli scalini non sono certo intonaci ma tutt'altro. Ovvero come lei scrive "pezzi di cornicione".
Mi viene da sorridere (visto che non è accaduto nulla) leggendo il voler per forza fare capire che tutto è accaduto solo a seguito dell'intervento dei vigili del fuoco.
Non conosco il professor Candia ma credo non abbia alcun interesse a dire che il cornicione (vogliamo dire il grosso di questo?) è caduto durante la notte. Così come non avrebbe avuto niente da guadagnarci ne da perderci a dire, se così fosse stato, che il cornicione è stato fatto cadere dai vigili del fuoco.
Suvvia siamo seri. Non sempre ci sono i Santi protettori. E' il momento di rimboccarsi le maniche, di fare poche parole e più fatti. Specie quando c'è di mezzo l'incolumità pubblica. Dei bambini sopratutto.
Salvatore Mirabito