Cerca nel blog

giovedì 9 settembre 2010

Il Parco delle Eolie e La Voce eoliana

Caro Direttore,
finalmente sabato, nel programma Linea Blu, il sindaco è uscito allo scoperto, decantando l'istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, in quanto il futuro delle isole dovrà essere proiettato verso un turismo eco-sostenibile.
Peccato che in quel bel siparietto organizzato ad hoc, il nostro primo cittadino non ha condotto la presentatrice di Linea Blu per le strade comunali di Lipari, ridotte ormai a sentieri, dove gli incidenti sono all'ordine del giorno a causa delle canne e dei rovi che hanno ormai invaso gran parte della carreggiata, per poi non parlare delle buche, della spazzatura e dello stato di degrado in cui versano, mostrando come realmente questa amministrazione cura le nostre isole e le presenta al “turismo eco-sostenibile”.
Comunque, in attesa di affrontare questo argomento con calma nel prossimo comunicato, la nostra rassegna stampa sullo stato dei parchi prosegue, con un articolo tratto da Parks.it, del 14/05/2010, fonte il Tirreno, relativo sempre al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
E’ scontro sul Parco nazionale
Arcipelago Toscano. Tozzi, minacciato da Testa in tv, replica allo studio del professor Ciani

Un periodo non facile per il presidente del Parco dell'Arcipelago, Mario Tozzi, nel bel mezzo delle polemiche sollevate da un'indagine di Andrea Camperio Ciani, docente dell'Università di Padova, che boccia il Parco sul fronte della comunicazione, si trova anche ad affrontare le minacce dell'ex presidente di Legambiente Chicco Testa durante la trasmissione Rai "Cominciamo Bene".
L'argomento è il nucleare e Testa replica alle accuse di Tozzi su suoi presunti guadagni dall'operazione con un «ti spacco la faccia». Un siparietto che si conclude con il «non ti permetto di minacciarmi» del presidente del Parco. Poi i conduttori chiudono lo spiacevole episodio.
E Tozzi torna ai suoi compiti istituzionali e replica alle accuse avanzate nei confronti del Parco dall'indagine del professore padovano.
Di certo lo studio, tradotto in una lettera aperta al ministero firmata dallo stesso Camperio Ciani, ha fatto e farà discutere. Perché gli esiti non sono certo lusinghieri per l'ente che sarebbe poco amato dagli elbani e - come afferma Camperio Ciani non sarebbe stato in grado di comunicare con i cittadini. Senza voler entrare nel merito delle diverse posizioni abbiamo colto l'occasione di pubblicare i due interventi, inviati alla redazione sotto forma di lettere al direttore e qui sintetizzati, a firma di Mario Tozzi e Andrea Camperio Ciani.
Due contributi che hanno il merito di aprire il confronto su un tema importante: le strategie migliori per la tutela dell'ambiente. Anzitutto un invito a illustrare, in una delle prossime riunioni del consiglio del Parco, l'indagine. E poi una constatazione: il proliferare, all'Elba - in particolare tra le categorie intervistate dal professore Camperio Ciani (cioè cacciatori, pescatori e albergatori) di luoghi comuni, come testimonierebbe «la distanza dei fatti delle osservazioni contenute nel sondaggio». Parola del presidente del Parco, Mario Tozzi, che risponde così allo studio del docente universitario. Tozzi interviene sul metodo (come ricercatore) e sul merito (come presidente del Parco) dei contenuti dell'indagine e rileva, a dimostrazione delle incongruità dello studio, il caso del contenimento degli ungulati «ridotti a cifre sopportabili - spiega in un lungo intervento - con prelievi vicini ai 1000 capi all'anno (mai fatti prima)» e ancora l'assenza di aree marine protette (Amp). «E' difficile condividere la critica di un difetto di comunicazione in questo senso - afferma - cosa doveva fare il Parco di fronte alle mappe, false, che rappresentavano il Giglio e l'Elba contornate da aree in cui non ci poteva più neppure fare il bagno? Andare in giro a dire che non erano fondate?». Non meno rilevante la questione dell'interesse dei "portatori d'interesse" (gli stakeholders) in merito all'indagine.
«Nell'arcipelago un metro quadrato costruito vale da 5000 a 10.000 euro, lo credo che chi vuole sfruttarli diffonda informazioni false sul parco. Poi c'è l'ignoranza dei temi base della conservazione e tutela della natura, il principale scopo dei parchi. Ho fatto decine di incontri con la popolazione, conferenze e dibattiti, ho portato l'Arcipelago in almeno una decina di trasmissioni tv condotte da me (e in tante altre condotte da altri), ne ho parlato sui quotidiani ripetutamente e ne ho scritto nei libri: come esperto di comunicazione ho fatto quanto potevo, considerato che sono tutte iniziative individuali e non favorite dall'assenza assoluta di denari.
Ma non ci sono peggiori sordi di quelli che non vogliono sentire, soprattutto quando l'interesse individuale e di corporazione gioca un ruolo così importante». Poi Tozzi ribadisce come il Parco sia incredibilmente antropizzato e fin dalla sua nascita fortemente contestato dagli antiparco. «Comunque - conclude - aspetteremo i risultati pubblicati in una rivista scientifica: come ricercatore, se scopro qualcosa di nuovo sui terremoti, lo scrivo su Geophysical Research, non mando una lettera al ministero e alla Protezione Civile. A meno che lo scopo non sia un altro».
«Non sparate sul pianista se la musica non vi piace». Un messaggio diretto agli ambientalisti dal professor Andrea Camperio Ciani in risposta alle polemiche sollevate dallo studio condotto sull'opinione che gli elbani hanno del Parco. Una lunga lettera nella quale il docente dell'Università di Padova ricorda il proprio impegno per la difesa dell'ambiente citando il proprio curriculum che «non credo mi configuri - afferma - come un anti-ambiente o un filo caccia e cemento».
Camperio Ciani cita alcune personali esperienze sul campo in qualità di etologo che si occupa «di parchi, studio e conservazione degli ecosistemi dal 1983». Dai primi monitoraggi ambientali in Indonesia ai progetti di difesa della natura in Sri Lanka, Zanzibar e Pemba, alla battaglia per le foreste del Medio Atlante in Marocco, fino alla collaborazione con il Wwf. «Spero che le mie qualifiche - continua - siano sufficienti per condurre un'indagine all'Elba, un'isola che conosco dagli anni'60. L'indagine è stata condotta, in linea con i miei obiettivi di lavoro, sulle condizioni e la qualità dei parchi così come esse vengono percepite dalla popolazione locale, perché è la loro opinione che conta soprattutto».
«Sono stato accusato di non essermi adeguatamente informato, di non aver interpellato le tante associazioni ambientaliste, di non aver indagato i fatti - continua il professore - verissimo lo confermo. Era proprio questo il prerequisito essenziale di questa indagine.
Ho coinvolto volontari dell'Università di Padova, proprio perché non coinvolti ed ignari di tutte le questioni spinose o meno inerenti la storia passata ed attuale del parco. Lo scopo era riportare l'opinione e le valutazioni del Parco da parte della popolazione locale». Poi torna a ribadire le sue conclusioni: il fatto cioè che dai pareri degli elbani emerge un difetto di comunicazione da parte del Parco. E cita un esempio. «Se il Parco non ha istituito aree marine protette, sarà anche vero - afferma ma quasi tutti gli abitanti di Elba e Capraia sono di opinione diversa (anch'io fatico a convincermene visto che sul sito ufficiale del parco, nella sezione aree marine, si riporta che il parco controlla la più vasta superficie di aree marine protette di Europa)». Ï professore spiega il metodo di ricerca: interviste e questionari stratificati per età sesso e professione degli intervistati e verifiche sul campo, il tutto realizzato tra il 23 e il 28 aprile. «Sarò lieto di venire all'Elba per illustrare la ricerca - conclude in un incontro aperto a tutti».
LA VOCE EOLIANA