Io personalmente mi sentirei di mandarle un po' in giro per il mondo.... Aimée.
Sull'argomento ci è giunto questo comunicato stampa del circolo eoliano di Sinistra Ecologia e Libertà.
STROMBOLI, REGNO DEI BARCONI E DELLA SPAZZATURA.
Si stenta a riconoscere in queste foto estive quella Stromboli che risiede nell’immaginario collettivo come luogo estremo, dove un’imponente natura vulcanica e una comunità di isolani convivevano da millenni in un delicato, fragile e apparentemente immutabile equilibrio. Apparentemente, perché nella Stromboli di queste foto l’equilibrio sembra essersi irreparabilmente spezzato, e con questo la suggestione e il fascino che da sempre avvolge l’isola più settentrionale delle Eolie. Esistono delle responsabilità precise, ed è necessario ribadirle periodicamente, anche se queste sembrano spesso scivolare addosso ai loro autori per finire in un mare di indifferenza, la stessa che sembra circondare la vicenda di Stromboli. Ormai un anno fa, era stata tentata un’esperienza diversa e innovativa, quella di un progetto di raccolta con stazioni mobili (denominato “Carretta caretta”) che – di fatto – eliminava la presenza dei cassonetti nelle stradine dell’isola, permettendo un vantaggioso recupero in termini di tempo disponibile agli operatori che veniva impiegato effettuando servizi aggiuntivi. Questo tentativo, però, è stato interrotto durante la sua fase sperimentale, senza appello, con vaghe promesse fornite agli abitanti che lo sostenevano di ottenere, in cambio, una raccolta “porta a porta” che sarebbe stata attivata entro l’estate del 2010. L’estate del 2010 è alle nostre spalle, e della raccolta porta a porta possiamo laconicamente dire “non pervenuta”. In cambio, abbiamo ancora l’avvilente spettacolo dei cassonetti stracolmi, l’incapacità di gestire flussi legati ai barconi che sono evidentemente sovradimensionati rispetto alla capacità di carico dell’isola e che – come logica conseguenza – producono un esubero di rifiuti in un’isola che con i metodi “tradizionali” (o vetusti, fate voi) già fatica a smaltire la sua normale produzione. Chi ha mai calcolato il carico di rifiuti in rapporto ai numeri dei visitatori che ogni giorno scendono dai barconi? Gli studi sulla cui base è stato stabilito l’importo della raccolta e dello smaltimento, che oggi grava esclusivamente sui residenti, non ne fanno menzione. Cosa si aspetta a regolamentare questa pratica? Quale percentuale dei proventi del ticket pagato dai visitatori viene destinata ad affrontare questa reale emergenza? Quanto deve durare ancora questa situazione, ampiamente percepibile, di inadeguatezza? Le foto si commentano eloquentemente da sole, mentre l’Amministrazione comunale di Lipari e i vertici dell’ATO duellano sulla necessità di produrre il DURC, gli operatori ecologici attendono mesi per ottenere lo stipendio e, nel frattempo, Stromboli affonda nella spazzatura.
STROMBOLI, REGNO DEI BARCONI E DELLA SPAZZATURA.
Si stenta a riconoscere in queste foto estive quella Stromboli che risiede nell’immaginario collettivo come luogo estremo, dove un’imponente natura vulcanica e una comunità di isolani convivevano da millenni in un delicato, fragile e apparentemente immutabile equilibrio. Apparentemente, perché nella Stromboli di queste foto l’equilibrio sembra essersi irreparabilmente spezzato, e con questo la suggestione e il fascino che da sempre avvolge l’isola più settentrionale delle Eolie. Esistono delle responsabilità precise, ed è necessario ribadirle periodicamente, anche se queste sembrano spesso scivolare addosso ai loro autori per finire in un mare di indifferenza, la stessa che sembra circondare la vicenda di Stromboli. Ormai un anno fa, era stata tentata un’esperienza diversa e innovativa, quella di un progetto di raccolta con stazioni mobili (denominato “Carretta caretta”) che – di fatto – eliminava la presenza dei cassonetti nelle stradine dell’isola, permettendo un vantaggioso recupero in termini di tempo disponibile agli operatori che veniva impiegato effettuando servizi aggiuntivi. Questo tentativo, però, è stato interrotto durante la sua fase sperimentale, senza appello, con vaghe promesse fornite agli abitanti che lo sostenevano di ottenere, in cambio, una raccolta “porta a porta” che sarebbe stata attivata entro l’estate del 2010. L’estate del 2010 è alle nostre spalle, e della raccolta porta a porta possiamo laconicamente dire “non pervenuta”. In cambio, abbiamo ancora l’avvilente spettacolo dei cassonetti stracolmi, l’incapacità di gestire flussi legati ai barconi che sono evidentemente sovradimensionati rispetto alla capacità di carico dell’isola e che – come logica conseguenza – producono un esubero di rifiuti in un’isola che con i metodi “tradizionali” (o vetusti, fate voi) già fatica a smaltire la sua normale produzione. Chi ha mai calcolato il carico di rifiuti in rapporto ai numeri dei visitatori che ogni giorno scendono dai barconi? Gli studi sulla cui base è stato stabilito l’importo della raccolta e dello smaltimento, che oggi grava esclusivamente sui residenti, non ne fanno menzione. Cosa si aspetta a regolamentare questa pratica? Quale percentuale dei proventi del ticket pagato dai visitatori viene destinata ad affrontare questa reale emergenza? Quanto deve durare ancora questa situazione, ampiamente percepibile, di inadeguatezza? Le foto si commentano eloquentemente da sole, mentre l’Amministrazione comunale di Lipari e i vertici dell’ATO duellano sulla necessità di produrre il DURC, gli operatori ecologici attendono mesi per ottenere lo stipendio e, nel frattempo, Stromboli affonda nella spazzatura.
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