Riceviamo e pubblichiamo:
Carissimo direttore,
approfitto della sua cortese disponibilità sempre dimostrata verso i comunicati del sottoscritto, utili per informare tantissime persone che mi chiedono notizie sulle norme che dovrebbero garantire le norme comunitarie sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e in modo particolare sulla capienza degli alunni nelle aule.
Carissimi, le norme comunitarie stabiliscono: (1,80 metri quadrati a disposizione a alunno fino alle scuole medie, 1,96 mq per gli studenti delle Superiori.)Per decreto ministeriale, nelle scuole dell'infanzia non possono esserci non più di ventisei bambini per classe e non meno di diciotto, con la possibilità di ripartire eventuali eccedenze fino a ventinove alunni per classe.
Nella scuola primaria (ex elementare) devono esserci non meno di quindici e non più di ventisei bambini, che possono diventare ventisette in caso di resti. Nella scuola secondaria di primo grado (ex media) le classi devono essere costituite da non più di ventisette alunno e da non meno di diciotto.
Anche le prime classi delle scuole secondarie di secondo grado (le superiori) non possono contenere più di ventisette alunni, ma anche qui, in caso di eccedenze, si può arrivare fino a 30 alunni.
A dar ragione alle proteste di tantissimi genitori c'è una sentenza: il Consiglio di Stato, a giugno dell'anno scorso, ha confermato una decisione del Tar del Lazio e ha accolto la class action promossa dal Codacons contro le «classi pollaio».
La sicurezza e la vivibilità dei luoghi frequentati dagli studenti italiani è inderogabile secondo i giudici che hanno dato ragione all'associazione dei consumatori , intimato al ministero della Pubblica istruzione di redigere un piano che metta in sicurezza le aule scolastiche. Dopo l'azione del Codacons, il Governo ha finito un piano di riqualificazione dell'edilizia scolastica, e individuate venti mila scuole che presentano una situazione «significativa», e dove quindi le condizioni logistiche non consentono di aumentare il numero di alunni per classe. Questo piano è stato poi dal ministro Francesco Profumo annesso in un piano generale per l'edilizia scolastica nazionale, che contempla anche i requisiti per i nuovi edifici scolastici.
Il CIPE ha finanziato la risistemazione delle scuole con 556 milioni, fondi cui va aggiunta la Quota (1,25 milioni) per le scuole terremotate. Si arriva al limite massimo di alunni solo se l'edificio lo consente, assicura il ministero. Ma le testimonianze a volte raccontano un'altra storia.
Cordiali saluti.
Bartolo Pavone
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