Non sono di certo buone le premesse per la stagione turistica 2013 in Sicilia. Aumenta in modo esponenziale il numero delle strutture ricettive che quest’estate rimarranno chiuse, così come quello degli esercizi commerciali costretti ad abbassare definitivamente la saracinesca. Per anni abbiamo sentito parlare del turismo in quanto volano dell’economia, settore sul quale si sono riversate innumerevoli aspettative di sviluppo. Adesso però, i nodi stanno venendo al pettine e basta leggere le pagine dei giornali per rendersene conto.
Sulla drammatica crisi del turismo in Sicilia, si sono ulteriormente accesi i riflettori la scorsa settimana a seguito della morte di Edoardo Buongiorno, noto albergatore di Lipari, che si è tolto la vita davanti quell’Hotel Oriente a cui aveva dedicato tutta la sua esistenza. .
Come già annunciato, in occasione della visita-lampo alle Eolie di Rosario Crocetta e di Michela Stancheris, nella sede dell’assessorato regionale al Turismo, il neo assessore ha ricevuto, insieme a Linda Vancheri, assessore regionale alle Attività produttive, i rappresentanti regionali e sindacali delle categorie imprenditoriali coinvolte dalla crisi del turismo.
L’incontro è stato occasione per l’istituzione di un tavolo tecnico finalizzato a riordinare il settore e risollevarlo dalla crisi. Le emergenze su cui intervenire sono molteplici. I negozianti le cui attività sono collegate al turismo sono le prime vittime di questa gravosa situazione, ma non va meglio nemmeno per gli altri. Lo conferma Dario Pistorio, presidente regionale della Fipe (Federazione italiana Pubblici Esercizi).
“Come Fipe in Sicilia – dice Pistorio – rappresentiamo non meno di 30mila persone impiegate nei pubblici esercizi. Negli ultimi sei mesi, i posti di lavoro venuti meno sono seimila. E’ chiato che così non si può andare avanti”.
La soluzione per il futuro, non può prescindere da una reale sinergia tra mondo turistico ed imprenditoriale, che vicendevolmente potranno sostenersi e creare reddito e sviluppo. Per la Fipe bisogna innanzitutto puntare alla comunicazione: “Noi crediamo – aggiunge Pistorio – che si dovrebbe considerare la Sicilia come un vero e proprio marchio da esportare in Europa e nel mondo, oltre alla necessità di una maggiore formazione rivolta agli operatori del turismo”.
Dal tavolo tecnico aperto stamattina ci si aspetta molto. Soprattutto che si intervenga in tempi brevi per mantenere l’occupazione turistica.
“Di fronte ad una crisi eccezionale – dichiara Pietro La Torre, segretario generale Uiltucs Sicilia ci vogliono iniziative di sostegno eccezionali. Basta con gli interventi che si concretizzano in una pioggia di risorse che poi si rivela inutile. Si deve razionalizzare il settore, iniziando dalla diminuzione dei costi necessari a raggiungere la Sicilia”.
Capitolo a parte meritano le infrastrutture dell’Isola. Arrivare in Sicilia non è certo semplice, ed una volta giunti a destinazione, ci si rende conto della dimensione certamente poco ‘turistica’ di molti servizi e località.
“Io so di alcuni Comuni – commenta ancora La Torre – che vengono definiti turistici ma non si capisce secondo quali criteri. Per me è turistico un Comune che destina parte del proprio bilancio alla propria promozione, e agli interventi strutturali, come il rifacimento delle strade. Spesso quando i turisti arrivano per visitare una località, nemmeno trovano i cartelli di indicazione”.
I sindacati chiedono dunque un maggiore coinvolgimento nelle scelte future per il settore del governo regionale ed indicano la strada da intraprendere: “Ci si può salvare – conclude La Torre – solo con una programmazione che abbia flessibilità rispetto alla capacità di spesa e che dia modo di intervenire tempestivamente sulle criticità. Sicilia e turismo è un binomio che ancora non funziona, qui, a dire il vero, siamo ancora all’abc del turismo”.
Per Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia, programmazione e razionalizzazione devono essere coniugate ad un approccio imprenditorialealla regolamentazione del settore. È quanto chiesto oggi all’assessore Stancheris unitamente ad una maggiore attenzione rispetto al passato.
“In Sicilia – riferisce Torrisi – abbiamo 100mila posti letto nelle strutture ricettive. Negli anni, ad un’offerta aumentata in termini qualitativi e quantitativi non è corrisposta adeguata crescita della domanda, oggi buona parte di quei posti letto rimangono vuoti”.
Una delle ‘speranze’ in lista è l’erogazione immediata di fondi comunitari che possano consentire una boccata d’ossigeno al settore insieme a nuove leggi.
“Serve assolutamente – conclude Torrisi – un piano marketing territoriale che permetta di orientarsi su quanto denaro spendere e come farlo in modo ottimale. Sinora si è parlato di turismo a vanvera, senza occuparsene davvero. Speriamo che la classe politica si renda finalmente conto che turismo e agroalimentare sono i settori trainanti della nostra Isola”.
Insomma, una bella sfida attende Michela Stancheris. Intanto attendono anche gli operatori del settore, costretti a stringere i denti a più non posso. L’augurio unanime è che ci si possa risollevare da una crisi che ha già mietuto tante, troppe vittime.
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