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sabato 20 luglio 2013

Crocetta blitz alla direzione del PD e spara a zero

Duro affondo di Rosario Crocetta alla direzione regionale del Pd riunita a Palermo. Il governatore ha fatto irruzione a riunione in corso e prendendo la parola ha sparato a zero. Dopo avere difeso il suo movimento, il Megafono, ricordando che "furono Maurizio Migliavacca e Davide Zoggia a volere che presentassi una mia lista alle regionali", Crocetta, maglietta e giacca con una vistosa spilla col simbolo del 'Megafono', ha attaccato i dirigenti del partito che gli chiedono di scegliere tra il Pd e il suo Movimento (la questione è finita sul tavolo della commissione di garanzia). "Io sono e resto un dirigente del Pd - ha detto il governatore - Il Megafono non è un partito, ma una idea". Quindi ha blindato il governo chiudendo le porte a ipotesi di rimpasto, spingendosi oltre. "Sia chiaro, se mi propongono di fare una giunta con Mirello Crisafulli (ex senatore Pd) e Nino Dina (Udc) tanto vale che presentino una mozione di sfiducia nei miei confronti: questo governo se lo facciano loro". L'intervento del presidente è proseguito in un crescendo e in un clima di tensione tra i dirigenti, già impegnati nella fase pre-congressuale. "O ci teniamo il segretario Giuseppe Lupo oppure se volete il rinnovamento allora il segretario può farlo Nelli Scilabra", dando così investitura ufficiale alla giovane assessore alla Formazione in prima linea nella lotta agli scandali che stanno provocando un terremoto proprio all'interno del Pd, con diversi esponenti del partito arrestati e indagati (il riferimento all'inchiesta che vede coinvolte le mogli del deputato Francantonio Genovese e il cognato Franco Rinaldi, deputato-questore all'Ars) nelle inchieste della Procura di Messina. Proprio Rinaldi, ha sostenuto Crocetta, avrebbe fatto parte della rosa di nomi che tempo fa il Pd aveva stilato in vista di un eventuale rimpasto di governo, "assieme a quelli di Crisafulli e di Luigi Cocilovo, che qualche problema con la formazione ce l'ha". Dopo l'intervento, Crocetta, che ha criticato anche dirigenti renziani in sala, è andato via, tra la disapprovazione dei dirigenti. Tra il governatore e il Pd la tensione è massima.

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