I fondi europei. Più croce che delizia per Rosario Crocetta. Dopo la vicenda venuta fuori nei giorni scorsi, del Fondo sociale europeo con contestazione ed addebiti da parte dell’organo di Bruxelles, caratterizzati da forti criticità, pare doversi avviare ad un destino più chiaro, il Pos Fesr, il programma operativo regionale che individua obiettivi strategici e priorità, e con il quale la Regione Siciliana contribuisce, tra le altre cose, al rilancio delle imprese, per il quale si sta completando l’iter relativo al periodo compreso tra il 2000 ed il 2006.
Il rapporto finale di esecuzione che riassume le principali attività di monitoraggio è ormai pronto. Con corrispondenza pervenuta all’Autorità di Gestione ad Agosto, la Commissione Europea ha inoltrato allo Stato membro la proposta di chiusura relativa alla parte Fesr del Por Sicilia 2000-2006, nella quale – nel riconoscere la spesa complessiva di circa 5,5 miliardi di euro sostenuta dalla Regione Siciliana – viene ritenuta inammissibile a cofinanziamento la spesa di circa 34 milioni di euro relativa al progetto di “informatizzazione e realizzazione del catalogo unico regionale dei beni culturali”.
Ma l’Autorità di Gestione non ritiene “condivisibile la posizione espressa dalla Commissione Europea sulla non ammissibilità delle relative spese. Premesso, infatti, che le operazioni finanziate dal Dipartimento dei Beni Culturali – realizzate nel rispetto dei regolamenti comunitari vigenti – sono state regolarmente previste nel Programma Operativo (approvato con decisione della C.E.) e nei relativi Complementi di Programmazione, deve segnalarsi come l’iniziativa in questione sia stata disconosciuta come “Grande Progetto” solo a ridosso della chiusura del POR Sicilia 2000-2006, circostanza questa che non ha consentito all’Autorità di Gestione di procedere, in sede di certificazione finale, alla sua sostituzione con altri progetti generatori di spese ammissibili di importo pari o superiore”.
I rilievi fatti dalla Commissione, in ogni caso, sono stati oggetto di una precisa e puntuale risposta da parte del Dipartimento della Programmazione di Piazza Sturzo. In particolare “si osserva che – secondo quanto previsto dalle norme comunitarie (e come, peraltro, riportato nella stessa nota della C.E.), il rimborso della quota parte comunitaria è solamente rinviato alla definizione dei procedimenti in corso e, di conseguenza, allo stato attuale non determinano alcuna riduzione finanziaria sui saldi di pertinenza della Regione Siciliana”.
E poi, ancora, “quest’ultimo modus operandi, già proposto dall’Amministrazione regionale nel 2010 in occasione della chiusura del Por Sicilia 2000-2006, si ritiene maggiormente aderente agli “Orientamenti della Commissione sulle rettifiche finanziarie” e non andrebbe a penalizzare inopinatamente anche quelle Misure che hanno registrato tassi di errore inferiori al 8,47% o, addirittura, pari allo zero”.
La Commissione dovrà adesso pronunciarsi su metodo e chiarimenti ricevuti, che appaiono in verità ampiamente fondati, accettandoli e procedendo alla chiusura, o instaurando “il contraddittorio”, proceduralmente previsto nei casi come questo.
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