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giovedì 19 aprile 2012

Lombardo: Legislatura agli sgoccioli

erso le elezioni anticipate. «L'approvazione del bilancio – ha dichiarato il presidente della Regione Raffaele Lombardo nell'incontrare i giornalisti per commentare la portata delle norme finanziarie approvate all'alba di ieri – è l'ultimo atto importante di questa esperienza, su questo non ci sono dubbi».
Confermando, con queste parole, quanto anticipato nei giorni scorsi circa la sua intenzione di dimettersi «prima che un giudice emetta una sentenza di rinvio a giudizio o di assoluzione». E l'udienza, nel corso della quale dovrebbe essere decisa dalla magistratura catanese l'archiviazione dell'inchiesta a suo carico in merito a possibili contiguità con la mafia o il rinvio a giudizio, è fissata per il 9 maggio.
«Il Presidente della Regione– ha ribadito a questo punto Lombardo – non sarà sfiorato da un verdetto».
«Valuteremo - ha aggiunto - con i nostri alleati e le posizioni sono simili. Insieme definiremo la nostra linea. Prevarrà una scelta politica che non sarà influenzata da una vicenda giudiziaria che non mi riguarda».
La decisione, se le dimissioni del presidente della Regione arriveranno a giorni, dopo la seduta dell'Ars voluta da Lombardo per chiarire la sua posizione circa l'inchiesta giudiziaria a suo carico, già programmata per il 26 aprile, in modo che si possa votare entro giugno, o se saranno presentate più avanti, in modo che si vada a votare ad ottobre, sarà assunta a breve, a conclusione dell'incontro di vertice con i rappresentanti dei partiti che sostengono il governo.È certo, comunque, che le elezioni per il rinnovo dell'Ars e per il nuove presidente della Regione, a prescindere dalla vicenda personale di Lombardo. saranno anticipate per almeno due motivi. Il primo lo ha indicato lo stesso Lombardo quando, nel corso della conferenza stampa, ha affermato: «Discutendo con gli alleati ci siamo resi conto di come la contemporaneità tra elezioni politiche e regionali finirebbe col creare una interferenza. Le logiche romane dei partiti, insomma, potrebbero ricadere sugli equilibri siciliani, non consentendo alleanze basate su ragionamenti indipendenti». «Nel caso in cui, ad esempio, dovessero essere le elezioni nazionali ad arrivare prima della scadenza naturale – ha aggiunto – allora si dovrebbe ragionare al contrario, e spostare più in là possibile quelle regionali».
Il che è abbondantemente dimostrato. Ogni volta, infatti, che (per la prima volta nel 76) le elezioni dell'Ars e per il Parlamento centrale sono state abbinate, sono sempre prevalsi temi e ideologie nazionali. «L'influenza operata dalle politiche nazionali – ha detto ancora Lombardo – va letta nel senso di un possibile ricompattamento di certe forze che, al momento, non sono convinte di riproporre i vecchi schemi del centrodestra o quelli della cosiddetta foto di Vasto».
Il secondo motivo, meno confessabile da parte degli interessati, che premono perché si vada a votare subito, è da cercarsi nella riforma costituzionale dello Statuto all'esame del Senato, per cui, fra un anno, alla scadenza naturale della legislatura i deputati da eleggersi dovrebbero essere 70, mentre ora sono ancora 90 e almeno 20 degli attuali inquilini di Sala d'Ercole potrebbero non essere confermati. Non è, infatti, un caso che Antonello Cracolici. capogruppo del Pd, il maggior partito della coalizione che sostiene il governo Lombardo, subito dopo l'approvazione del bilancio e della finanziaria, abbia dichiarato: «Col voto di stanotte si è consumato l'ultimo atto di questa legislatura. Andare avanti così per un anno è impensabile, sarebbe un logoramento per tutti. A questo punto con le forze che sostengono questo governo e con quelle – con chiaro riferimento a Udc e Sel – che stanno dentro e fuori il Parlamento e che hanno voglia di portare avanti il processo riformista, dobbiamo discutere e concordare insieme come e quando andare al voto ed ottenere una legittimazione popolare della nostra gente».
Ma chi, più di altri, e magari con qualche successo all'interno del Pd ha attaccato questo partito per il sostegno a Lombardo è stato, finora il portavoce nazionale di Italia dei Valori Leoluca Orlando che, appena ieri, ha definito vergognosa tale alleanza. E contro di lui il presidente della Regione ha puntato il dito accusatore affermando: «Orlando si conferma per quello che è: uno sciacallo che non ha mai mosso un dito contro la mafia o un mafioso, ma che ha usato argomenti di antimafia strumentalmente per attaccare i suoi avversari politici».
Non gli ho mai sentito esprimere– ha ricordato – una parola negativa contro Riina o Lo Piccolo, ma sui vari Andreotti o Lima coi quali ha convissuto e attraverso i quali si è costruita una buona parte della sua fortuna politica. E di alcuni passaggi ero testimone. Mi auguro che i palermitani non eleggano loro sindaco».

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