(FONTE IL SOLE 24 ORE) Con l'uscita di Grimaldi e Aponte dalla Compagnia Italiana Navigazione
(Cin), la privatizzazione di Tirrenia sguscia via dalle mani
dell'Antitrust europeo che l'aveva bloccata a gennaio scorso. Questo
però non spiana la strada all'acquisizione da parte della "nuova" Cin,
nella quale dei vecchi soci è rimasto solo Onorato (si veda Il Sole 24
Ore di ieri).
A Bruxelles, dove non hanno voluto commentare la notizia, resta
apertissimo tutto il fronte "aiuti di Stato" che, secondo le stime della
Commissione, vale più di 550 milioni di euro. Senza interessi. La nuova
formazione (oltre a Onorato, due fondi di investimento e un plotoncino
di operatori dello shipping) spariglia le carte ma non fino al punto da
permettere al Governo italiano e agli acquirenti di smontare le
contestazioni della Ue sugli aiuti pubblici. Aiuti che sono stati
elencati in modo dettagliato nel "non paper" riservato inviato a marzo
scorso al ministero dello Sviluppo.
Alcuni di questi sono emersi dopo l'apertura delle indagini che la
Commissione si prepara formalmente ad estendere nelle prossime
settimane. È il caso dei 60 milioni (stima preliminare) di "sconto"
ottenuto da Cin sul prezzo stimato dai valutatori, derivante «in
particolare» dal fatto che il pagamento è dilazionato «in 10 anni senza
interessi». Resta in piedi anche la contestazione della procedura di
privatizzazione definita «non abbastanza trasparente e incondizionata»
perché «include i contratti di servizio pubblico e impone condizioni sui
livelli occupazionali». Su questo punto Bruxelles ha incaricato un
esperto indipendente di tradurre in milioni di euro l'entità dell'aiuto
di Stato.
Ma le richieste della Ue non si fermano qui. Al gruppo Tirrenia (e ai
suoi acquirenti) è stato chiesto di restituire anche altri 496 milioni
di euro di aiuti considerati illegali e derivanti in gran parte dal
prolungamento della Convenzione di servizio pubblico per le compagnie
del gruppo nel biennio 2009-2011: secondo la Ue fino a settembre 2010 le
compensazioni in alcuni casi erano «ingiustificate» perché concesse su
tratte già effettuate da operatori privati e, in altri,
sovradimensionate. Da settembre 2010 in avanti, poi, questi aiuti non
potevano essere concessi perché Tirrenia era ormai in difficoltà. In
tutto 444 milioni. Il resto riguarda investimenti per la flotta (12
milioni) e aiuti autorizzati ma per i quali non sono state rispettate le
procedure (40).
Per evitare che Bruxelles chieda ai nuovi componenti della cordata Cin
la restituzione di questa montagna di soldi, occorrerà provare che c'è
«discontinuità economica» con il passato. Per farlo, afferma la Ue,
l'ideale sarebbe «una nuova gara, aperta, trasparente, non
discriminatoria e incondizionata» con la vendita delle tratte
«problematiche a più operatori, nuovi entranti». Inoltre, non dovrebbe
esserci trasferimento né del personale né dei contratti con i
fornitori», così come viene chiesta «una sostanziale riduzione di
capacità». Un precedente? La privatizzazione di Alitalia per la quale
poche settimane fa la Commissione ha vinto la causa davanti al Tribunale
Ue.
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