Entro sabato l'asfittico bilancio e la finanziaria della Regione per
l'anno in corso dovranno essere sottoposti al vaglio del commissario
dello Stato che, nel caso in cui rilevasse norme di dubbia
costituzionalità dovrebbe impugnarle davanti la Corte costituzionale. Da
oltre trent'anni, da quando, cioè, per la prima volta, s'è verificato
un caso di impugnativa di un documento contabile, però, onde evitare di
bloccare il funzionamento dell'intera amministrazione regionale,
solitamente l'Ars, alla prima seduta utile, abroga gli articoli e i
commi impugnati e il presidente della Regione procede regolarmente alla
promulgazione e pubblicazione delle parti non contestate. Di fatto,
pertanto, una impugnativa finirebbe col comportare solo nuovi tagli che
andrebbero ad aggiungersi a quelli operati in commissione Finanze e in
aula quando è stato chiaro che non si sarebbe potuto contare su diversi
fondi di provenienza statale ed europea. "Con l'approvazione della
manovra finanziaria e del bilancio - ha commentato, in proposito,
l'assessore regionale all'Economia Gaetano Armao - abbiamo portato a
termine una drastica azione di risanamento dei conti e abbiamo gettato
le basi per la crescita. Ora dobbiamo puntare alla stabilità
finanziaria". Ed ha ricordato che "negli ultimi tre anni la spesa
corrente è diminuita del 30%, tornando ai livelli del 2000".
Aver
ridotto la spesa non è sufficiente. "La Sicilia – ha detto Armao – deve
recuperare risorse per ridurre il proprio debito. Siamo già riusciti a
portare l'indebitamento da 900 a 500 milioni di euro. È quasi
dimezzato". La situazione finanziaria, comunque, migliorerebbe
decisamente nel caso in cui alla Regione fossero attribuite le entrate
spettanti nel rispetto dello Statuto speciale. Il che dovrebbe avvenire
in tempi brevi. "Il ministro per gli Affari regionali, Piero Gnudi - ha
reso noto Armao - mi ha appena comunicato che i primi giorni di maggio
sarà convocato il tavolo tra Regione e governo nazionale per il
recepimento degli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto regionale che
garantirebbero alla Sicilia entrate fiscali ben maggiori di quelle che
attualmente le vengono trasferite dallo Stato". "Il tavolo
sull'attuazione dell'autonomia finanziaria e perequazione
infrastrutturale – ha, quindi, ricordato l'assessore all'Economia – lo
avevamo richiesto da un anno e mezzo. Oltre che la nostra insistenza
anche le due sentenze della Corte costituzionale in favore della Sicilia
hanno sicuramente pesato sulla decisone dell'esecutivo nazionale". La
trattativa , a giudizio dell'assessore Armao, che vanta un rapporto
diretto e proficuo di collaborazione con il presidente del Consiglio
Monti e con alcuni ministri, dovrebbe concludersi positivamente.. "Ci
siamo costantemente confrontati con l'esecutivo nazionale e il
commissario dello Stato durante l'iter parlamentare che ha portato
all'approvazione del bilancio e della manovra finanziaria. Quindi non
credo che il commissario farà rilievi particolari. Penso che potrebbero
essere modificate soltanto alcune nome relative ad alcune categorie del
personale regionale, inserite nel corso del dibattito parlamentare". Tra
gli interventi positivi Armao indica la moratoria per mutui e
finanziamenti e la costituzione del fondo per il finanziamento dei
progetti di micro-fotovoltaico.
Intanto l'attenzione è sul piano
politico e in particolare su cosa deciderà il presidente della Regione
circa un eventuale ricorso alle urne anticipate. «Se il governo
nazionale va avanti fino alla prossima primavera-estate non c'è dubbio
che noi dobbiamo attrezzarci per votare prima, cioè in autunno, e
metteremo in essere le condizioni perchè ciò avvenga». Lo scrive nel suo
blog Lombardo, ribadendo quanto affermato il giorno prima.
E
chiarisce che si tratta di «una scelta tutta politica che non ha niente a
che fare con la mia vicenda giudiziaria, sulla quale renderò conto, in
maniera il più possibile obiettiva, all'Ars il 26 aprile». Poi cercherà
di dedicarsi pienamente alla mia difesa perchè, come si dice, «ognuno è
il miglior avvocato di se stesso perchè nessuno come noi stessi sa
quanto è capitato attorno a noi e quello che abbiamo fatto nella nostra
vita».
«Non possiamo rischiare di bruciare l'esperienza autonomista
che abbiamo avviato – afferma Lombardo – Non possiamo bruciarla
sull'altare delle logiche nazionali che uccidono la Sicilia perchè sono
coincidenti con interessi e poteri forti che hanno testa e cuore a nord
di Roma, e mi auguro che su questo i siciliani non abbiano dubbi. Una
politica autonoma e autonomista deve imporre le regole e le conseguenze
di uno Statuto che è rimasto solo sulla carta. Se vogliamo portare
avanti il cammino intrapreso dobbiamo sganciarci dalle logiche perverse
che la politica nazionale e antisiciliana metterà in essere con le
prossime elezioni politiche, inventando nuovi partiti e schieramenti,
reclutando personalità che serviranno come specchietto per le allodole
per i cittadini».
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