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venerdì 20 aprile 2012

Bilancio Regione. Domani il responso del commissarrio dello stato

Entro sabato l'asfittico bilancio e la finanziaria della Regione per l'anno in corso dovranno essere sottoposti al vaglio del commissario dello Stato che, nel caso in cui rilevasse norme di dubbia costituzionalità dovrebbe impugnarle davanti la Corte costituzionale. Da oltre trent'anni, da quando, cioè, per la prima volta, s'è verificato un caso di impugnativa di un documento contabile, però, onde evitare di bloccare il funzionamento dell'intera amministrazione regionale, solitamente l'Ars, alla prima seduta utile, abroga gli articoli e i commi impugnati e il presidente della Regione procede regolarmente alla promulgazione e pubblicazione delle parti non contestate. Di fatto, pertanto, una impugnativa finirebbe col comportare solo nuovi tagli che andrebbero ad aggiungersi a quelli operati in commissione Finanze e in aula quando è stato chiaro che non si sarebbe potuto contare su diversi fondi di provenienza statale ed europea. "Con l'approvazione della manovra finanziaria e del bilancio - ha commentato, in proposito, l'assessore regionale all'Economia Gaetano Armao - abbiamo portato a termine una drastica azione di risanamento dei conti e abbiamo gettato le basi per la crescita. Ora dobbiamo puntare alla stabilità finanziaria". Ed ha ricordato che "negli ultimi tre anni la spesa corrente è diminuita del 30%, tornando ai livelli del 2000".
Aver ridotto la spesa non è sufficiente. "La Sicilia – ha detto Armao – deve recuperare risorse per ridurre il proprio debito. Siamo già riusciti a portare l'indebitamento da 900 a 500 milioni di euro. È quasi dimezzato". La situazione finanziaria, comunque, migliorerebbe decisamente nel caso in cui alla Regione fossero attribuite le entrate spettanti nel rispetto dello Statuto speciale. Il che dovrebbe avvenire in tempi brevi. "Il ministro per gli Affari regionali, Piero Gnudi - ha reso noto Armao - mi ha appena comunicato che i primi giorni di maggio sarà convocato il tavolo tra Regione e governo nazionale per il recepimento degli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto regionale che garantirebbero alla Sicilia entrate fiscali ben maggiori di quelle che attualmente le vengono trasferite dallo Stato". "Il tavolo sull'attuazione dell'autonomia finanziaria e perequazione infrastrutturale – ha, quindi, ricordato l'assessore all'Economia – lo avevamo richiesto da un anno e mezzo. Oltre che la nostra insistenza anche le due sentenze della Corte costituzionale in favore della Sicilia hanno sicuramente pesato sulla decisone dell'esecutivo nazionale". La trattativa , a giudizio dell'assessore Armao, che vanta un rapporto diretto e proficuo di collaborazione con il presidente del Consiglio Monti e con alcuni ministri, dovrebbe concludersi positivamente.. "Ci siamo costantemente confrontati con l'esecutivo nazionale e il commissario dello Stato durante l'iter parlamentare che ha portato all'approvazione del bilancio e della manovra finanziaria. Quindi non credo che il commissario farà rilievi particolari. Penso che potrebbero essere modificate soltanto alcune nome relative ad alcune categorie del personale regionale, inserite nel corso del dibattito parlamentare". Tra gli interventi positivi Armao indica la moratoria per mutui e finanziamenti e la costituzione del fondo per il finanziamento dei progetti di micro-fotovoltaico.
Intanto l'attenzione è sul piano politico e in particolare su cosa deciderà il presidente della Regione circa un eventuale ricorso alle urne anticipate. «Se il governo nazionale va avanti fino alla prossima primavera-estate non c'è dubbio che noi dobbiamo attrezzarci per votare prima, cioè in autunno, e metteremo in essere le condizioni perchè ciò avvenga». Lo scrive nel suo blog Lombardo, ribadendo quanto affermato il giorno prima.
E chiarisce che si tratta di «una scelta tutta politica che non ha niente a che fare con la mia vicenda giudiziaria, sulla quale renderò conto, in maniera il più possibile obiettiva, all'Ars il 26 aprile». Poi cercherà di dedicarsi pienamente alla mia difesa perchè, come si dice, «ognuno è il miglior avvocato di se stesso perchè nessuno come noi stessi sa quanto è capitato attorno a noi e quello che abbiamo fatto nella nostra vita».
«Non possiamo rischiare di bruciare l'esperienza autonomista che abbiamo avviato – afferma Lombardo – Non possiamo bruciarla sull'altare delle logiche nazionali che uccidono la Sicilia perchè sono coincidenti con interessi e poteri forti che hanno testa e cuore a nord di Roma, e mi auguro che su questo i siciliani non abbiano dubbi. Una politica autonoma e autonomista deve imporre le regole e le conseguenze di uno Statuto che è rimasto solo sulla carta. Se vogliamo portare avanti il cammino intrapreso dobbiamo sganciarci dalle logiche perverse che la politica nazionale e antisiciliana metterà in essere con le prossime elezioni politiche, inventando nuovi partiti e schieramenti, reclutando personalità che serviranno come specchietto per le allodole per i cittadini».

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