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venerdì 20 novembre 2009

A PROPOSITO DI INSEGNE, TENDE E VETRINE di Aldo Natoli

(Aldo Natoli) Ho ascoltato con molto stupore una intervista rilasciata dal Dirigente del IV Settore e Comandante della Polizia Municipale, Dott. Nico Russo, in merito alla vicenda di questi giorni che riguarda la rimozione di tende e vetrine.
Il Dott. Russo infatti con le sue supposizioni alimenta il pericoloso sospetto, che a causare l’intervento della Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina possano essere state le denunce di alcuni cittadini.
Il Dott. Russo, che detiene il provvedimento dell’Istituto messinese (prot. n° 670/09), conosce benissimo le regioni che hanno causato l’intervento della Soprintendenza, perché scritte in modo chiaro, che non scaturiscono da alcuna denuncia dei cittadini, ma bensì da un “atto dovuto”. Quindi non trovo corretto attribuire alla Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina l’azione repressiva che si paventa voler attuare per eliminare le insegne a bandiera, le tende e le vetrine. Anche sull’applicazione dell’art. 38 del Piano Territoriale Paesistico, credo che il Dirigente Comandante Russo sia poco informato. Infatti la disposizione paesaggistica, che vige dall’anno 2001, vieta la collocazione di insegne a bandiera e ne dispone la rimozione, a carico dell’Amministrazione Comunale, entro cinque anni dall’approvazione del nuovo Regolamento Edilizio.
L’azione repressiva che viene annunciata dal Comune, per quanto riguarda l’aspetto paesaggistico, quindi può essere attivata soltanto allo scadere dei cinque anni. Naturalmente nulla vieta all’Ente di intervenire prima, cosa auspicabile per dare un aspetto decoroso a tutto il centro storico. Ma in questo caso andrebbe adottata un’apposita Ordinanza e portata a conoscenza di quanti espongono insegne a bandiera.
Ben diversa è la posizione giuridica delle due insegne per le quali è stata intimata la rimozione. Queste infatti risultavano essere posizionate con palo su suolo pubblico.
In questo caso, Egregio Comandante, non si doveva intervenire con ordinanza del Servizio Illeciti, ma bensì con la rimozione coatta, come sancito dalla Sua disposizione n° 94/06, senza sollevare alcun polverone.
Non è vero che il P.T.P. vieta la collocazione di insegne, tende e vetrine. Lo strumento paesaggistico prescrive le modalità di realizzazione e di collocamento. Non comprendo quindi l’allarme dato e quali sono le responsabilità del’Istituto messinese, anche perché queste prescrizioni sono contenute nel Regolamento Edilizio Comunale adottato dal Comune (artt. 53-54-55).
Chiaramente questo è l’aspetto paesaggistico. Poi esiste quello urbanistico: le insegne, le vetrine, le tende, i cartelloni, e gli arredi in genere, debbono essere muniti di autorizzazione edilizia (art.21 ex art.6 R.E.C.). Naturalmente, quelle collocate dopo l’entrata in vigore del Programma di Fabbricazione (1976).
Infine si aggiunge l’aspetto che attiene all’occupazione del suolo pubblico. Tutto ciò che occupa il suolo pubblico deve essere autorizzato e deve essere soggetto al pagamento della dovuta tassazione. Ma a questo punto il Dirigente Russo dovrebbe spiegarci perché vengono rilasciate le autorizzazioni di suolo pubblico per la collocazione di recinzioni, di tabelloni, etc, senza l’ottenimento preventivo dell’autorizzazione edilizia. Perchè non vengono tassate le occupazioni di suolo con aggetti e sporgenze (tende, vetrine, etc.).
Ma secondo quanto affermato dall’Assessore all’Annona, Massimo D’Auria, alla soluzione di tutto quanto evidenziato si può giungere modificando il Regolamento comunale.
La politica dell’Amministrazione è proprio questa ?Si consente di realizzare ristoranti abusivi per poi sanarli abolendo i parametri dimensionali; si consente di costruire in zona F4, per poi sanare gli immobili facendoli rientrare in zona B del P.R.G ?