Cerca nel blog

domenica 15 novembre 2009

Sessantotto comuni, 13 paesaggi da tutelare. Il prof. Fulci pone l'accento sulle Eolie

Novanta giorni. «Un vuoto durante il quale è bene si vigili», ammonisce il prof. Cesare Fulci, presentatore ieri del piano paesaggistico provinciale.
Trascorsi i tre mesi dall'approvazione del Piano paesaggistico esitato mercoledì scorso dall'Osservatorio regionale (organismo dell'assessorato ai Beni culturali), il Piano sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana e da quel momento indicherà la rotta agli strumenti urbanistici della città di Messina e dei 68comuni della provincia fatti rientrare nel cosiddetto "Ambito 9". Dalla pubblicazione sulla "Gurs", potranno tutt'al più passare due anni perché i Piano regolatori e gli strumenti urbanistici dei diversi centri si adeguino a norme «cogenti», «vincolanti», sovraordinate. Con buona pace di coloro che hanno lavorato sottotraccia «perché il Piano paesaggistico», ha denunciato il prof. Fulci, «non trovasse approvazione. Cioè», ha testualmente affermato, «i palazzinari».
Sessantotto comuni più il capoluogo si accennava (non dieci come in un momento avevamo appreso sulla scorta di documentazione non completa), tredici paesaggi da tutelare. Eccoli: lo Stretto di Messina, la valle del Nisi e monte Scuderi, le valli Pagliara, Savoca e Agrò, Taormina, valle dell'Alcantara, valle del Timeto e Capo Calavà, media e alta valle del Novara e dell'Elicona, media e alta valle del Patrì, media e alta valle del Gualtieri e del Mela, media e alta valle del Niceto, Rametta e Bauso, pianura e penisola di Capo Milazzo, Capo Rasocolmo.
Una nota dolente in questo contesto, stigmatizzata dal prof. Cesare Fulci: «Alle Isole Eolie l'amministrazione comunale di Lipari non ha adeguato il Piano regolatore al Piano paesaggistico». E la Regione, è il quesito che ci poniamo, cosa fa in questi casi? Il prof. Fulci, su un binario che corre in via parallela alle coordinate che traccia il Piano paesaggistico, auspica la nomina di un direttore di bacino, ma sarà la volontà politica a sancire il successo di un percorso o il suo fatale fallimento.