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giovedì 10 giugno 2010

"Accettare passivamente o (re)agire?. Lipari chiede aiuto. Non lasciamola affondare ulteriormente" (di Anna Miracula)

C’è una frase di uno scrittore contemporaneo, Paul Mehis che mi ha particolarmente attratta e che dice: “Chi accetta passivamente, cercando addirittura delle attenuanti, le ingiustizie piccole e grandi che gli capitano quotidianamente, contribuisce a rendere il mondo una merda più di chi possiede almeno il coraggio di commetterle”.
Penso non ci sia molto da chiarire perché in questa frase è racchiuso il nostro modo di fare e di vivere la vita quotidiana.
Quello che facciamo finta di non vedere oggi, sarà un nostro rammarico domani. Rammarico per quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, rammarico per coloro che potevamo sostenere nel momento giusto e per una giusta causa e non abbiamo sostenuto, per noia, inerzia, indifferenza.
Girare il capo,voltare le spalle, vivere entro le nostre mura come automi, viziando così il nostro modo di vivere nella società, non è sicuramente il modo giusto per fare una bella società.
Lo è piuttosto per essere abilmente pilotati, portati a delle errate convinzioni con sciorinamenti saccenti di buona civiltà, di regole di comportamento da bravi cittadini(solo perché non protestiamo).
Tutto questo, allo stesso tempo, ci auto-convincerà che queste sviolinate siano giuste. Ma giuste per chi? Per chi vuole il silenzio-assenso, per quelli che ci costringono all’ incapacità di espressione e di denuncia, per chi è abituato a stare nelle nebbie fitte e non vuol farci vedere la luce.
Ma quest’isola dove andrà ad arenarsi da qui in poi? Nessuno di noi se lo sta chiedendo, nessuno ci pensa? Se una nave ha difficoltà perché non ha un buon equipaggio, non andrà prima o poi ad infrangersi contro gli scogli e lì sarà la fine?
So che la gente in questo paese si informa molto su quello che gli succede attorno, non è vero che venendo a mancare l’unica emittente televisiva, è mancata l’informazione, tranne che per le persone anziane che non navigano in rete, ma il resto? Giovanissimi, giovani e adulti non vorrete far capire che almeno una volta al giorno non usate la rete anche solo per sapere le ultime novità, perché non sarebbe credibile.
Mentre una volta era la piazza a riunire la gente di quest’isola, adesso è il web. Ma allora perché non far sentire la propria opinione, la propria voce, il proprio pensiero anche tramite questo mezzo?
Perchè ci scandalizziamo per i fatti che accadono quotidianamente e poi la paura prende il sopravvento quando toccherebbe a noi fare un solo passo per cominciare a cambiare le cose?
La nostra storia, che con molto sudore e caro sangue i nostri avi hanno tramandato nei secoli, si sta sbriciolando sotto il predominio di chi non si fa più scrupoli nel distruggerla. Se osserviamo giorno per giorno tutto quello che “offre” la storia nel nostro paese, vi troviamo tante di quelle mostruosità.
Vedi il sito del Castello di Lipari, dove anziché le bellissime chiese, spiccano le bruttissime antenne telefoniche. Vedi la nostra Torre Saracena, un altro pezzo del nostro passato, per anni abbandonata senza che nessuno intervenisse per il suo ripristino, che poteva essere un interessante sito archeologico da visitare cosa è diventata adesso? Vedi le terme S. Calogero, abbandonate a se stesse da anni, finchè qualche altro privato un giorno non le richiederà per acquistarle per pochi spiccioli di euro e troverà anche chi gliele donerà su un piatto d’argento e poi Monte Rosa di recente, non ultima la spiaggia di Portinente e tanti altri siti oggetti di abusi e per i quali si potrebbe scrivere un best seller.
Sveglia gente, è ora di riprendere coscienza, non lasciate che siano sempre le stesse mani a scrivere e le stesse voci a lanciare grida di aiuto.
Lipari chiede aiuto.
Non lasciamola affondare ulteriormente.
Anna Miracula