È attesa per oggi la dichiarazione di stato di insolvenza di Tirrenia da parte del tribunale fallimentare di Roma, a cui ha presentato istanza il commissario straordinario del gruppo di navigazione, Giancarlo D’Andrea. Intanto, contro la decisione di Fintecna di annullare la gara per la privatizzazione in cui unico concorrente era rimasta Mediterranea Holding guidata dalla Regione Siciliana con il 37%, il presidente di quest’ultima Raffaele Lombardo ha annunciato ricorso in tutte le sedi, compresa la corte di giustizia europea e il commissario Ue per i trasporti. Da parte sindacale, la Uiltrasporti che ha contestato tutta la procedura di privatizzazione e ha atteso invano una convocazione ad parte del governo ha dichiarato uno sciopero di 48 ore dei lavoratori di tutta la flotta per il 30 e 31 agosto. Anche la Filt Cgil ha annunciato uno sciopero «nel rispetto della legge» se non ci sarà una convocazione a palazzo Chigi. Anche la Fit Cisl chiede «un incontro urgente al governo», altrimenti risponderà «in modo sereno ma altrettanto forte e convinto nel rispetto delle regole».
Mediterranea Holding, che intende proseguire nell’ acquisizione, apre all’ingresso di imprese di autotrasporto che ieri tramite il presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè hanno espresso disponibilità ad entrare nella cordata a condizione che in estate la compagnia assicuri in prevalenza il trasporto merci senza dare la precedenza ai passeggeri.
Domani i giudici del tribunale fallimentare dovrebbero confermare la propria competenza territoriale sulla base del criterio dell’area di maggiore interesse dell’azienda, che nel caso di Tirrenia non è concentrata in una zona.
Con la dichiarazione di insolvenza, si riproporrebbe lo schema Alitalia, con la bad company da un lato in cui far confluire i debiti di circa 520 milioni di euro nei confronti di una cinquantina di banche e la good company dall’altro con quello che si intende vendere. E con quello che il commissario ricaverà potrà pagare i creditori. La privatizzazione, secondo quanto stabilito dalla Ue, deve concludersi entro il 30 settembre.
Percorso diverso per Siremar, la controllata siciliana che sinora era nel pacchetto di vendita con Tirrenia: dovrebbe andare alla Regione come accaduto per Saremar alla Sardegna, Caremar alla Campania e Toremar alla Toscana. Quest’ultima è l’unica regione ad aver avviato la privatizzazione e l’invio delle lettere di invito e delle buste contenenti il capitolato di gara partiranno nelle prossime settimane. Nell’annunciare ricorso in tutte le sedi, Lombardo rileva che «Fintecna ha cancellato di fatto i debiti con le banche che sono rimaste scoperte per circa 600 milioni» mentre «noi ci saremmo fatti carico dei debiti accumulati nelle precedenti gestioni della compagnia di navigazione. Avremmo attuato un piano di rientro nell’arco di 10 anni. Se vogliono adesso fare ’lo spezzatinò della società è una grande porcheria».