Tirrenia, avanti tutta verso lo smembramento della flotta e l'imposizione della Siremar, col suo carico di debiti, alla Regione siciliana, così come progettato dal vice ministro all'Economia Giuseppe Vegas. Da un lato lo "spezzatino", smembrando la compagnia, come ha denunciato il segretario generale della Uilt-Trasporti Giuseppe Caronia, «nave per nave, servizio per servizio, per assecondare la richiesta di molti armatori italiani che vogliono comprare solo alcune navi e rotte al fine di ridurre la concorrenza che hanno attualmente su determinate direttrici», dall'altro la Siremar, la società di navigazione siciliana che, in base all'ultimo bando, avrebbe dovuto essere privatizzata assieme alla capogruppo.
La relativa gara, come si ricorda, era stato vinta dalla Mediterranea Holding, di cui la Regione Siciliana detiene, col 37 per cento, il maggior pacchetto azionario, ma è stata annullata da Fintecna, la finanziaria dello Stato, che detiene il cento per cento delle azioni. Contro la decisione di Fintecna la Mediterranea Holding ha annunciato un ricorso in Tribunale e alla Ue. Intanto ieri, a conferma che il timore dei sindacati in merito al progetto governativo di smembramento della maggior compagnia di navigazione italiana è più che fondato, il commissario straordinario di Tirrenia Giancarlo D'Andrea, in visita a Palermo, ha reso noto di essere stato nominato, oltre che commissario della Tirrenia, anche amministratore unico della Siremar. Il doppio incarico, secondo fonti vicine al gruppo, farebbe, appunto, ipotizzare la dismissione separata degli assetti.
D'Andrea, nel corso della sua breve visita palermitana, dopo avere preso visione di alcuni documenti, ha incontrato, suscitando le proteste dei rappresentanti ufficiali dei sindacati di settore, una ventina di dirigenti della Siremar, ai quali ha garantito il proprio impegno per la prosecuzione dell'attività e per la salvaguardia dei posti di lavoro.
«In maniera molto scorretta – ha rilevato Giuseppe Caronia – Giancarlo D'Andrea va in giro per l'Italia a incontrare i lavoratori tra Roma, Napoli e Palermo, con l'obiettivo di rassicurarli non dicendo invece loro che il ricorso alla legge Marzano prevede o il risanamento o il fallimento che è preludio allo spezzatino». Appena nominato commissario straordinario, infatti, D'Andrea ha depositato al Tribunale fallimentare di Roma il ricorso per la dichiarazione dello stato di insolvenza della compagnia. «Abbiamo chiesto di incontrare il commissario D'Andrea – ha incalzato Gaetano Bonavia, segretario generale Filt-Cgil Sicilia - ma ci è stato comunicato che non sarà possibile riceverci. La situazione del gruppo Tirrenia è molto grave, il rischio è la mancata continuità dell'attività e la stabilità dell'occupazione».
Sono 2200, infatti, i lavoratori interessati, di questi, 1280 sono siciliani e 550 dipendenti della Siremar. Della grave situazione della Tirrenia si è occupato ieri anche il Congresso mondiale dell'I.T.F. (International transport workers federation) in corso a Città del Messico, dove, alla presenza di circa 1.370 partecipanti in rappresentanza di 368 sigle sindacali provenienti da 112 nazioni è stato approvato all'unanimità una risoluzione proposta dalla Filt-Cgil, Fit- Cisl e Uiltrasporti, in cui si sottolinea che l'iniziativa del governo italiano «provocherà la perdita di migliaia di posti di lavoro di lavoratori marittimi dal mercato del cabotaggio, l'ultimo settore di impiego per i marittimi italiani». «Cerchiamo il sostegno in questa sessione, dell' Itf e del Congresso – si legge in una nota della Uil Trasporti a commento della risoluzione approvata a Città del Messico - per chiedere al governo italiano di riavviare una procedura di gara corretta per Tirrenia, come richiesto dai sindacati italiani per la tutela dei lavoratori e dei cittadini che hanno il diritto di avere un servizio di trasporto marittimo sicuro ed efficiente fra le isole».
Secondo Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto, però, diverse imprese di autotrasporto sarebbero "pronte" a entrare in una cordata di investitori per acquistare Tirrenia, «a patto che venga data priorità al trasporto delle merci rispetto al flusso turistico. Tutti sanno che ogni anno si ripetono episodi che discriminano il trasporto di merci rispetto a quello delle autovetture e che questo non consente agli imprenditori dell'autotrasporto di poter programmare dovutamente la loro attività. Perché non pensare, avendo anche la disponibilità della Regione Siciliana, di favorire la nascita di una cordata che preveda anche l'inserimento delle imprese di autotrasporto? Si darebbe un obiettivo a una compagnia e contemporaneamente lo Stato eviterebbe di mettere a disposizione risorse utili solo a incrementare i bilanci delle compagnie armatoriali nei mesi di scarso traffico delle persone, senza dare risposte a un tema del quale il governo, prima o poi, dovrà occuparsi: quello di una diversa modalità del trasporto merci».
«Confrasporto– ha concluso Uggé – è pronta a favorire il coinvolgimento di alcune imprese di autotrasporto. Ma occorre che chi ha l'interesse e un obiettivo da raggiungere favorisca, in fretta, l'istituzione di una cabina di regia che consenta in una fase di avvio la realizzazione di condizioni favorevoli a sviluppare in modo concreto e definitivo le autostrade del mare».
Intanto la Mediterranea Holding, società partecipata a maggioranza dalla Regione Siciliana con il 37% delle azioni, che si era aggiudicata la gara d’acquisto, ha presentato un ricorso contro l’annullamento della gara.
Il consiglio di amministrazione di Mediterranea Holding ha deciso di continuare l'azione intrapresa per l'acquisizione di Tirrenia e Siremar. È quanto fa sapere la società dopo la mancata privatizzazione della compagnia marittima statale con il passaggio a Mediterranea, unica cordata rimasta in gara. Lo stesso cda ha, inoltre, confermato e rinnovato la fiducia al presidente Salvatore Lauro e ha deliberato la convocazione dell'assemblea dei soci per fine mese.