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giovedì 12 agosto 2010

LETTERA APERTA DI SAVERIO MERLINO "SULL'ATTUALE SITUAZIONE DI LIPARI
Vorrei continuare a restare in silenzio “politico”, ma è molto difficile quando ci si guarda intorno, si ascoltano (come oggi) interviste a turisti trasmessi da televisioni nazionali, si leggono e si ascoltano interviste a Dirigenti e Politici locali ma, principalmente, quando si parla con la gente, specialmente con quella che soffre per la mancanza di lavoro, per le ingiustizie e i torti subiti, quelli che sono trattati come cittadini di serie B, quelli che non sanno come difendersi da certe situazioni e quelli che non si sentono rappresentati e garantiti.
In questa situazione quello che uno sente non può essere un fatto privato e riservato; attiene la vita della nostra comunità con tutte le sue aspettative, contraddizioni e manchevolezze e va quindi esternato e condiviso.
Visti i risultati e quello che si sente e si vede in giro per le isole del Comune (certamente non quelli delle campane di parte) si converrà con me che quest’Amministrazione Comunale e questa maggioranza non sono state un fulgido esempio di buon governo.
Sicuramente una prima e una seconda legislatura confusa e insignificante, capace solo di deludere il rapporto di fiducia che la maggioranza degli elettori del Comune di Lipari aveva accordato al primo cittadino.
Perdura la scarsa sensibilità istituzionale; si dimentica che il mandato conferito dagli elettori al Sindaco, grazie alla votazione diretta del medesimo, rappresenta un atto di fiducia, una sorta di contratto attraverso cui buona parte della città accorda al primo cittadino il compito di “governare” la comunità a nome e per conto di tutti.
Una sorta d’amministratore delegato del “bene e dell’interesse comune”.
Un mandato al termine più che sine die nel corso del quale l’eletto deve dimostrare tutta la sua capacità e buona volontà per onorare gli impegni presi e il giuramento fatto.
A fronte di tale compito è corrisposta un’indennità che la legge riconosce adeguata agli obblighi da svolgere.
In definitiva, sindaco e amministratori sono collocati nel libro paga della comunità che deve amministrare, la medesima che le ha conferito il voto di fiducia.
I risultati di quest'amministrazione sono sotto gli occhi di tutti, non penso che vale la pena elencare le cose che non vanno, perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa e poi, per brevità, converrebbe sicuramente enunciare le poche cose che vanno per farsi un’idea di come (non) funziona niente.
In definitiva, si nota solo un Comune messo male e privo della sua dignità.
Lipari sembra un Comune alla deriva, scevro d’interesse collettivo e all’insegna dell’improvvisazione (non bastano e non risolvono i nostri problemi i Vip e i Politici Nazionali di passaggio per le proprie vacanze).
Tale situazione è foriera di un profondo senso di scoraggiamento, di resa e disinteresse verso la “cosa pubblica”.
Mi sembra che l’indignazione sia diventata una professione di pochi e, purtroppo, è una realtà che sconcerta, priva di prospettive, che segna il passo, blocca l’entusiasmo, impedisce pensare bene e sperare il meglio.
È come se si fosse girato l’interruttore sulla posizione “off” e tutto sia piombato nel buio della vergogna, inerzia e passività.
Manca ormai, in moltissimi, “la capacità di un soprassalto collettivo contro di ciò che avviene sotto i nostri occhi” e ci si persuade, sempre più, che la politica sia simile ad un male incurabile, inesorabile e pernicioso con una classe politica il cui valore e la capacità della sua azione diminuiscono sempre più.
Non capisco perché, per esempio, quest’amministrazione non parla con la gente comune, ma soltanto con quelle abituate a costituire il codazzo.
Perché non guardano e non vedono tutto ciò che c’è da osservare; perchè non fanno un sopralluogo nelle Frazioni e nelle Borgate, nei punti di raccolta dei RSU, nei luoghi d’interesse comune, nelle scuole, e, in questo momento della stagione turistica, nei parcheggi, sulle spiagge, sul porto e all’imbarco degli aliscafi e, anche la sera tardi e la notte, per il centro, le vie e i vicoli di Lipari, per toccare con mano il polso di questo Comune sottoposto ad una costante spoliazione di servizi, controlli, sicurezza e funzioni e tornare poi al “palazzo” per convocare Giunta, Dirigenti e Funzionari e raccontare ciò che si è visto ricordando loro che essere seduti attorno a quel tavolo non è una condizione di privilegio ma di servizio.
Poi, se penso a com’è ridotta l’economia di questo Comune, specialmente quella turistica, m’immagino l’angoscia degli operatori e mi viene in mente un vecchio detto che recita: “Chi rompe paga e i cocci sono suoi”.
Perché questa massima popolana non trova applicazione negli Enti pubblici?
Mi conforta, comunque, leggendo sui vari blog, che ci sono amici e concittadini (anche se pochi) che dimostrano capacità, senso civico e coraggio culturale e ciò mi lascia sperare come, forse, tutto non è perduto e che Lipari, nonostante tutto, può ancora sperare in un futuro diverso, migliore e sicuramente meglio governato.
Saverio Merlino