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sabato 20 febbraio 2010

"Non siamo noi a doverli concedere, i diritti sono diritti in quanto tali". Ci scrive Daniela Merlo

Caro Salvatore,
ho letto la lettera del Sig. Pino Martinucci, che non conosco personalmente, e che ha suscitato in me rabbia, indignazione e commozione.
Nell'era del digitale, delle missioni spaziali, delle cose più impensabili, noi non riusciamo ancora a creare strutture adatte ai disabili e non riusciamo ad abbattere quelle barriere definite architettoniche e che per me sono principalmente mentali!
Spesso vi è un eccesso di zelo nel voler far rispettare disposizioni che "devono" invece e non dovrebbero essere derogate in quanto esistono dei diritti che non anrebbero mai lesi nè calpestati per nessuna ragione al mondo, tanto meno per delle giornate di forzata allegria!Esprimo tutto il mio disappunto perciò a quanti, credendo di far rispettare gli ordini superiori, calpestano invece i diritti umani che, come dice il sig. Martinucci, sono sacrosanti!
Il buon senso, quello che spesso gioverebbe in tali casi, qui non esiste e spesso viene rimpiazzato a scapito del più fragile e non per questo più debole!
Oltre ad essere una "libera" cittadina sono anche un'assistente sociale ed allora vi racconto anch'io un aneddoto, capitatomi alcuni anni fa durante lo svolgimento del mio servizio.
Mi occupavo di coordinamento del servizio di assistenza domiciliare agli anziani e una mattina, un nostro operatore, un infermiere, si era recato presso il domicilio di un'anziana per effettuare un prelievo di sangue.
Dopo il prelievo, l'infermiere si stava recando in motorino al laboratorio per farlo analizzare, premetto che eravamo in piena estate e che il sangue è facilmente deperibile, dunque bisognava fare in fretta. Mentre andava verso il laboratorio è stato bloccato letteralemnte da un solerte vigile urbano il quale, inutile mostrare il tesserino e spiegare che si stava svolgendo un servizio, non ne ha voluto sapere.
L'infermiere perciò ha dovuto parcheggiare il motorino e recarsi a piedi al laboratorio.
Io trovo che tutto questo sia incredibile, dov'è la collaborazione, l'integrazione dei servizi? Chi si deve occupare di far rispettare le regole lo faccia ma abbia anche quell'umana pietas, che tanto serve e che ci contraddistingue come esseri umani.Sostituiamo la mentalità clientelare del do ut des, io do affinchè tu dia, con quella io ti do perchè è tuo diritto!
E non siamo noi a doverli concedere,i diritti sono diritti in quanto tali.
Daniela Merlo