(Paola Barbetti) Tirrenia veleggia decisa verso la prima tappa ormai della sua privatizzazione e potrebbero essere numerose le risposte all'invito di Fintecna a manifestare interesse per l'acquisizione della compagnia di navigazione pubblica e della controllata Siremar. Il primo giro di boa è fissato per venerdì 19 febbraio, a mezzogiorno, secondo l'invito pubblicato dall'azionista il 23 dicembre scorso. Sulla carta è infatti lunga la lista dei nomi che hanno più o meno ufficialmente dichiarato l'intenzione di "andare a vedere le carte" di quella che è stata definita l'Alitalia dei mari. Il toto-nomi indica armatori come Onorato (Moby), Lauro, Aponte, i Grimaldi di Napoli, Corsica Ferries, Gnv, insieme a fondi d'investimento e alla Regione Sicilia, che potrebbe partecipare secondo le ultime indiscrezioni, in cordata con Lauro e Visentini. A Fintecna si augurano che la partecipazione sia nutrita, il cda della finanziaria guidata da Maurizio Prato si dovrebbe riunire la prossima settimana per esaminare le manifestazioni d'interesse giunte all'advisor Unicredit Bank e già vagliate da quest'ultimo per verificarne la correttezza dei requisiti richiesti.
I soggetti ammessi dovranno sottoscrivere l'impegno alla riservatezza. A quel punto l'accesso alla data room; la cessione dovrà avvenire entro settembre prossimo. "Sì pensiamo che le manifestazioni d'interesse, possano essere tante, per andare a vedere", dice il presidente della Confitarma (l'associazione nazionale degli armatori), Nicola Coccia. "Gli asset valgono poco, il vero valore sono le convenzioni" ha detto l'armatore Vincenzo Onorato confermando il suo interesse per il gruppo guidato da Franco Pecorini. Una partita complessa e impegnativa, del valore di oltre un miliardo di euro, tra flotta e indebitamento; nel 2008 i trasferimenti dallo Stato sono stati circa 220. Nel 2007 le perdite al netto dei contributi pubblici risultavano oltre 200 milioni. Il governo ha già trasferito a titolo gratuito, alle rispetti Regioni, confermando le sovvenzioni fino al 2012, le altre tre ex controllate Tirrenia: la Caremar alla Regione Campania, La Saremar alla Sardegna, la Toremar alla Toscana. Dopo il no della Sicilia al trasmerimento sotto la propria competenza, la Siremar è rimasta oggetto di gara. Stupore da parte dei sindacati Fit e Uilt alla scelta del governo siciliano che potrebbe ora partecipare alla gara per rilevare sia l'azienda-madre che la controllata. Alla messa sul mercato di Tirrenia guardano in molti. A cominciare dai sindacati preoccupati del mantenimento dei livelli occupazionali, 3.600 posti a gruppo intero, scesi attualmente a 2.800 dopo lo smembramento di Caremar, Saremar e Toremar.
"Ma si tratta di 2.800 famiglie che mantengono a loro volta altre famiglie, come avviene al Sud, un forte impatto sociale" dice Beniamino Leone segretario nazionale Fit. "Manteniamo alta l'attenzione, per evitare che gli eventuali compratori, soprattutto se armatori di cabotaggio, siano in realtà più interessati all'affondamento di Tirrenia, per spartirsi i collegamenti, che non al suo salvataggio" avverte Giuseppe Caronia, segretario generale Uilt. "Non faremo sconti a nessuno". Resta aperto al momento il problema dei collegamenti con le Isole Tremiti, rimasti nel pacchetto messo a gara. La Puglia, così come ha fatto il Lazio per le Pontine, potrebbe farsi avanti.