(Gazzetta del sud) Direttori generali delle Asp convocati oggi a Palermo per la rimodulazione ospedaliera. L'assessore Massimo Russo illustrerà il piano di riassetto che aggrega, taglia e riorganizza cercando di coniugare rientro della spesa e mantenimento dello standard assistenziale sul territorio.
Questioni che hanno immediata ricaduta nei presidi ospedalieri alle prese con un avvio di riforma che dopo le enunciazioni dei programmi adesso entra "in corpore viri" alla ricerca di un equilibrio non facile. Ne sa qualcosa il presidente della sesta Commissione dell'Ars Giuseppe Laccoto, in questi ultimi mesi impegnato ad assecondare la rivoluzionaria riforma nella convinzione che bisognava intervenire per risanare l'aspetto finanziario e garantirne l' efficienza e tuttavia recepire le molteplici e varie esigenze dei rappresentati di categoria come delle amministrazioni locali.
- Difficile accettare tagli!
«Si tratta di salvaguardare equilibri e coniugare esigenze del territorio con linee guida congrue. Occorrono correttivi».
- Dalle numerose audizioni, qual è la percezione nella classe medica della riforma?
«Che attraversiamo una fase di modifica radicale, necessaria ma che deve essere attenuata nei primi effetti, senza danneggiare i servizi. Finora la mia Commissione è stata una sorta di camera di compensazione dove abbiamo cercato di contemperare istanze diverse. Bisogna tenerne conto nell'attuazione dei programmi»
- Insomma tagli minimi e con molta cautela?
«L'Agenzia nazionale dei servizi sanitari ci invita a tagliare gli ospedali piccoli, ma penso che poi bisogna fare i conti col territorio. Nel caso dei distretti di Messina, abbiamo ottenuto di salvare gli ospedali di Mistretta e di S. Agata perchè unico presidio per un bacino di circa centomila persone. Caratterizzando la loro prestazione si è puntato su Mistretta per la riabilitazione; su S. Agata per chirurgia, cardiologia, medicina, ortopedia, psichiatria; a Patti per chirurgia, unità intensiva neonatale, cardiologia, chirurgia vascolare, Utic, psichiatria e rianimazione, oltre ai programmi di nefrologia. Nel Distretto di Messina 2: Milazzo (polo chirurgie), Barcellona (medicina), Taormina (chirurgia oncologica e generale), Lipari (emergenza). Ma Milazzo merita anche la ginecologia o ostetricia oltre ai reparti di anestesia e rianimazione, cardiologia e Utic. Nei due distretti di Messina si è riusciti a salvaguardare il massimo».
- Pensa di ottenere un ridimensionamento dei tagli?
Quella attuale è una fase di sperimentazione, si tratta di non fermare i servizi, riuscire nell'obiettivo di eliminare le liste di attesa e di ridurre i ricoveri impropri che attualmente sono il doppio del resto d'Italia».
- Coinvolgendo i medici di base ?
«Certo è indispensabile la collaborazione del medico di famiglia e vanno potenziati i Pta, i servizi sul territorio. Ma servono finanziamenti»
- Cosa non la convince delle recenti direttive alle aziende?
«Il ridimensionamento della figura di direttore sanitario e l'introduzione del "facility management" (cui fa capo l'accoglienza del paziente) che in altre regioni ha mostrato di non funzionare. Gestire il cambiamento non è facile ma certamente tutti, parlamento e governo dobbiamo tendere a un equilibrio tra sforzo ragionieristico e offerta di salute. Altrimenti il rischio è di non governare i processi di cambiamento».(ma. cav.)