Riceviamo e pubblichiamo:
In riferimento all’incontro che è avvenuto Lunedì 15 di questo mese, nella stanza del Sindaco Mariano Bruno di Lipari, ed al quale erano presenti oltre al sottoscritto, Assessori, Consiglieri Comunali, e una sparuta rappresentanza di Associazionismo, oltre ad alcuni che forse casualmente sono intervenuti, dato che il Sindaco ha tenuto a precisare che non vi erano stati fatti inviti particolari, sull’argomento Parco delle Isole Eolie e AMP lo scrivente così come altri prima di me si sono prodigati per informare e capire quali siano gli effetto positivi o negativi sulle comunità locali.
La Nettuno club Isole Eolie (FIPSAS-CONI) e la Lega Navale Italiana Sez. di Lipari, collaborando in questo delicato ma quanto mai importante e indispensabile strumento che sono i Parchi e le AMP, si sono presa la briga di approfondire quella sulle Aree Marine Protette.
La iniziale diffidenza verso una limitazione delle proprie concezioni di libertà di movimento e di fruizione del territorio, è stata via via dissipata dalla consapevolezza che messi sul piatto della bilancia, i vantaggi risultano di gran lunga superiori a quelli che possiamo definire “limitazioni”.
Tutti ricorderanno che sulla scorta della Legge quadro sulle Riserve – Parchi – e AMP il Ministero ha posto delle condizioni sulla istituzione reperimento delle varie aree, bene da allora si sono istituiti vari tavoli tecnici per concordare la sostenibilità di tali iniziative e come è nell’ordine delle cose li dove l’integralismo ambientalista non è così forte, li si sono tracciate le lineee che permettono ai Regolamenti che disciplinano Riserve Parchi e AMP, di essere più flessibili e aperti alle esigenze territoriali, sociali degli abitanti in maniera particolare delle Isole.
Come tutti sanno le zone di riserva A – B – C – ed in alcuni casi D, si differenziano tra loro dai diversi gradi di protezione e di salvaguardia. Bene la zona A per parlare delle AMP è solo il una piccola percentuale dell’intera riserva, mentre la zona C è quella più estesa e la B è di cuscinetto.
Le zone B e C così come avviene nelle AMP, di Diramare, Isole Ciclopi, Accastello, Plemniro, Secche di Tor Paternò ecc. tanto per citarne alcune che sono accettate dalla popolazione e ben gestite, sono regolamentate con Decreto Ministeriale in modo da consentire percorsi sub guidati e non, ancoraggi da parte dei natanti su gavitello appositi o su zone consentite, la balneazione, il diporto ma con regole vere e nel rispetto dell’ambiente, la pesca sia sportiva e ricreativa, che quella professionale legata alla piccola pesca, con appositi strumenti tradizionali, anche qui nel rispetto delle fasi di riproduzione e prelievi mirati alle varie specie.
Per non parlare dell’indotto positivo, che si creerebbe anche nei mesi ormai proverbiali di crisi economica legata alla stagione invernale, con le visite da parte di tutta la fascia di turismo, ecologista ed ambientalista, per non parlare dei percorsi legati alla vulcanologia anche subacquea.
Si potrebbe assistere finalmente alla nascita in maniera naturale al Centro di Ricerca sul Mare, così come auspicato dalla Regione Siciliana Dipartimento della Programmazione nello studio di fattibilità che porta la data di Marzo 2008, e non solo Scuole del Mare, di durata 4 anni e di livello medio-superiore dove finalmente i nostri figli si possano identificare, e seguire percorsi scolastici diversi come pesca e maricultura, biologia marina ed ecologia del mare, tecniche subacquee ( sommozzatori, recuperi, fotografia, archeologia, ecc., meccanica navale e strumentistica, sport marinari: nuoto, vela, surf, sci nautico. Lo studio di fattibilità prevede che le sedi operative delle uniche 4 scuole del mare potrebbero essere localizzate a:
Lipari per le Eolie e per la costa di Milazzo
Ustica per l’Isola e la costa palermitana
Favignana per le Egadi e la costa trapanese
Lampedusa per le Pelagie e Pantelleria.