COMUNICATO
STAMPA
TAGLIARE I FINANZIAMENTI AI
PARCHI!
L’Associazione
Italiana per la Wilderness
tra le proprie finalità statutarie ha anche il controllo morale sulla gestione
delle aree protette: un controllo che le ha permesso di rendersi conto in più
di un caso di come tale controllo sia fondamentale per la preservazione dei
patrimoni ambientali che le aree protette hanno prioritario mandato di assicurare.
In decenni di attività l’AIW ha quindi potuto constatare come proprio i gestori
delle aree protette in moltissimi casi si siano rivelati i principali attori di
progetti ed iniziative che l’ambiente hanno danneggiato o che il danneggiamento
e disturbo sia stato da essi favorito. E di come la politica turistica di queste aree non poche volte sia
stata proprio il motivo principale che ha spinto (e spinge) i managers delle
aree protette a scendere a compromessi che finiscono per essere ritenuti tali
solo da loro, non avendo voce la
Natura per esprimere le proprie esigenze. L’ultimo esempio
eclatante di questa politica è quello della sentieristica e dei ponti
realizzati nella splendida e selvaggia valle del Fiume Argentino nel Parco
Nazionale del Pollino, dove, per facilitare il turismo, sono stati spesi quasi
300.000 euro per realizzare strade (eufemisticamente chiamate sentieri!) e
ponti che poi la prima alluvione primaverile ha letteralmente spazzato via - cosa
che fa presupporre che un ulteriore esborso di danaro pubblico sarà presto
richiesto per risistemarli, con prevedibili ulteriori danni all’ambiente. Sono
una miriade i progetti ed interventi che spesso si sono rivelati e si stanno
rivelando dannosi per l’ambiente, progetti voluti degli stessi organismi
preposti alla sua salvaguardia e realizzati grazie a finanziamenti pubblici richiesti
dagli stessi Enti Parco.
Di
fronte a questi fatti, di fronte alla grave
crisi economica che l’Italia sta attraversando ed all’enorme debito pubblico
nazionale, soprattutto come ambientalisti da anni impegnati sul fronte della
conservazione dei territori selvaggi e naturali e quindi alla loro tutela
mediante le varie tipologie di aree protette ormai esistenti, ed a fronte dell’enorme
sperpero di danaro pubblico che esse comportano anche per il finanziamento dei
loro apparati amministrativi (spesso faraonici!) come non chiedersi se non sia
il caso di “tagliare” anche in questo comparto del cosiddetto sociale?
Non
è quindi assurdo, anche se può sembrarlo, chiedere responsabilmente al Governo Monti,
chiamato proprio per effettuare quei tagli che la politica non riusciva a fare,
di azzerare ogni finanziamento pubblico alle aree protette che vada oltre la
loro ordinaria amministrazione degli apparati, ovvero: lo stipendio dei
dipendenti (tagliando i posti in esubero o, quanto meno, bloccando i turn over per la copertura di posti che
si rendessero vacanti), l’indennizzo dei
danni arrecati dalla fauna e gli indennizzi per mancati tagli boschivi da parte
di privati e collettività locali o per la cessione di suoli per fini di
conservazione.
Soprattutto,
si abroghino tutti gli Enti gestori delle aree protette e si sostituiscano con
Servizi (nazionale e regionali) che concentrino in unici apparati l’amministrazione
di dette aree (mandando quindi a casa la pletora di inutili e burocratici
Consigli di Amministrazione e Presidenze, con gettoni di presenza, prebende
varie ed altre spese conseguenti, il più delle volte inutili), come avviene in
gran parte dei Paesi esteri che hanno fatto la storia delle aree protette e
dove la loro gestione ha ben altri costi (ovviamente minori) e dove, almeno
negli USA, il Parlamento ha preso il loro posto nella non-gestione delle loro aree selvagge.
Coraggio,
Presidente Monti, operi anche in questa direzione ritenuta intoccabile sulla
falsa idea che dire area protetta significhi difesa dell’ambiente; una nozione
tanta falsa quanto il dire che la caccia mette a rischio la sopravvivenza della
fauna, anche se quest’ultima asserzione è considerata politicamente corretta e
la prima politicamente scorretta. La verità è una, a prescindere dalla
correttezza o scorrettezza politica dei concetti. Ed è alla verità dei fatti
che bisogna guardare.
Murialdo, 15 Luglio 2012 IL
SEGRETARIO GENERALE
F.to Franco Zunino
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