Se veramente la Sicilia è il
laboratorio politico dell'Italia, la formula che ne viene fuori è: governare
senza avere la maggioranza. Una vera rivoluzione se si pensa che sino ad ieri
la formula dominante era: avere la maggioranza ma non essere capaci di
governare.
I candidati locali hanno fatto
quello che hanno potuto con sforzo ammirevole; gli elettori eoliani, invece, si
sono comportati come al solito mettendosi al servizio di sconosciuti di chiara
fama politica. Quando si tratta di elezioni ci piace essere servizievoli, il
potere (altrui) ci affascina, ci fa perdere la testa. La passione prevale sulla
ragione. Così, tanto per fare un esempio, votiamo chi ha deciso di chiudere
l'ospedale e chi non ha fatto niente per lasciarlo aperto. Ma che importa,
l'importante è avere un amico che da lassù ci guarda e ci protegge.
La Regione siciliana non ama le
sue isole, le ritiene un peso, un fastidio costoso e noioso. Considera i suoi
abitanti dei privilegiati ricchi e piagnucolosi, sempre pronti a litigare tra
loro e con una naturale propensione all'abusivismo. Chi ha frequentato gli
uffici regionali può testimoniare che tutto ciò è vero. Per affermare il nostro
diritto alla salute, alla mobilità, all'istruzione, al lavoro, avremmo dovuto
contarci per far vedere che contiamo. L'esperimento ha dato il suo risultato,
abbiamo dimostrato a certi fantasmi che popolano il parlamento siciliano e che
(non si sa perché) da decenni si candidano e vengono a chiedere voti, che su di
noi possono ancora contare.
La situazione non è delle
migliori, ma c'è ancora spazio per l'ottimismo: tutti parlano di cambiamento,
di novità, di svolta, di rivoluzione, di evento storico. Il linguaggio ci fa
ben sperare, i buoni propositi ci inducono ad essere positivi. Qualche amico,
scrollando le spalle, sostiene che in fondo noi non siamo nemmeno siciliani,
poi leggo che tra i beni sequestrati ad un presunto mafioso c'è pure una casa a
Lipari. La notizia passa inosservata, ci ostiniamo a disinteressarci di tutto
ciò che ci accade intorno, eppure chi ci sta intorno comincia ad occuparsi di
noi.
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