Riceviamo da Pietro Lo Cascio e pubblichiamo:Più di tre milioni di italiani alle urne per scegliere il probabile, futuro premier è indubbiamente un risultato importante, che restituisce alla politica una credibilità spesso smarrita. Vivere in una piccola comunità rende però inevitabile accostare alla valutazione del dato nazionale anche quella, empirica, delle vicende locali; ovviamente non mi riferisco al voto, segreto e imperscrutabile, quanto al profilo della variegata umanità che ha deciso di esercitarlo ieri. Il richiamo delle primarie è stato così forte, direi imperativo, da spingere al seggio persino alcuni presunti sostenitori o presunti elettori del centrodestra; tuttavia, dato che sono presunti, e che il regolamento sanciva consultazioni aperte a tutti, non c’è nulla da eccepire. Non può non sorgere una sincera preoccupazione, però, quando un consigliere comunale dell’MPA o un assessore designato del PDL alle scorse amministrative sottoscrivono la condivisione del programma politico del centrosinistra, necessaria per accedere al voto. Infatti, certe cose si firmano soltanto quando si è veramente convinti, e non ho dubbi che essi lo siano. Ma cosa può avere determinato l’abiura delle loro convinzioni, peraltro ben note in paese, nell’arco di soli sei mesi? Un atroce senso di solitudine, dopo che i più autorevoli riferimenti del loro universo politico – Lombardo e Berlusconi – si sono eclissati con sconcertante rapidità? O cento millimetri di pioggia in un’ora a settembre e il caldo anomalo di questi giorni, elementi scatenanti di una depressione meteoropatica che si manifesta in gesti altrimenti incomprensibili? Oppure è l’approssimarsi del “grande cambiamento” annunciato da alcuni interpreti del calendario Maya? Certamente i Maya non vanno sottovalutati, ma non si può escludere nemmeno che nel sottoscrivere la dichiarazione pro-centrosinistra si celi un profondo atto di fede, non lontano da quello dei penitenti che si flagellavano senza tregua indossando il cilicio. Altrimenti, non resta che pensare agli alieni: forze occulte extra-planetarie che avrebbero agito inducendo radicali mutamenti di pensiero e di azione, se non addirittura la netta scissione tra pensiero e azione. In ogni caso, come non invidiare tale disinibita capacità di incarnare ciò che solo apparentemente sembrerebbe antitetico, o la granitica immunità al tarlo del dubbio, degne del buon Leonard Zelig di Woody Allen? Ci sarebbe un palliativo: attendere – se mai ci saranno – le primarie del centrodestra, e magari restituirgli la cortesia.
Pietro Lo Cascio
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