Alla fine il segretario regionale del Partito Democratico, Giuseppe Lupo, è riuscito a raggiungere un compromesso con la segreteria nazionale del partito: nelle liste siciliane per le prossime Politiche, gli esterni nominati, i “calati dall’alto”, sono cinque e non undici. Cinque, più i capilista, tra i quali c’è pure il segretario nazionale Pierluigi Bersani, capolista nella Sicilia occidentale per la Camera dei Deputati.
Ecco gli altri due: Flavia Nardelli, che apre la lista per la Sicilia Orientale, è un’importante intellettuale dell’area cattolica. Segretaria generale dell’Istituto Luigi Sturzo, la sua conoscenza della vita, del pensiero e delle opere del politico e sacerdote di Caltagirone è, di fatto, l’unica cosa che la lega alla Sicilia. Nata a Taranto, infatti, ha poi studiato e vive a Roma.“Sarò un coordinatore serio – ha detto stamattina in conferenza stampa a Palermo – , da anni mi occupo di Terzo settore (è docente di filosofia), e posso portare avanti interessi che mi accomunano a quelli dei siciliani, in linea con il pensiero di Don Sturzo”. Corradino Mineo è il capolista per il Senato. Siciliano, è nato a Partanna (TP) e ha studiato a Palermo. Ha lasciato la sua terra a fine anni 70, quando ha iniziato la sua attività di giornalista. Adesso ha 63 anni, e per sette anni è stato direttore della rete RaiNews, ruolo che ha lasciato pochi giorni fa quando ha deciso di accettare la proposta di Bersani e di candidarsi. “L’idea del segretario Bersani di candidarmi – ha raccontato – mi sembrava lucida follia: non avevo mai pensato di lasciare il mio lavoro”. Quale può essere, gli hanno chiesto, il contributo di un giornalista? “Io ho sempre avuto un rapporto vero con il mio pubblico – ha aggiunto Mineo -, saprò dialogare con le persone. Sarà un copione totalmente diverso”.
Ma l’altra paura del segretario Lupo era che la segreteria nazionale potesse piazzare nelle liste nomi che con la Sicilia non avessero nulla a che vedere. Alla fine, fatta eccezione per la Nardelli e per Amedeo Bianco, in corsa per il Senato, gli esterni, invece, sono tutti siciliani.
Tra i cinque nominati che non si sono sottoposti alle primarie c’è, quindi, il napoletano Amedeo Bianco, presidente nazionale dell’Ordine dei medici, in lista per il Senato. Gli altri quattro sono Luigi Taranto, palermitano e direttore della Confcommercio, e Marco Causi (palermitano, parlamentare uscente in quota Veltroni) che hanno, rispettivamente, il quarto e quinto posto nella lista per la Camera ‘Sicilia 1’ (occidentale), mentre Fausto Raciti, siciliano e segretario nazionale Giovani Democratici, e il professore di Diritto Costituzionale dell’università di Palermo Giuseppe Lauricella sono in corsa nella lista della Sicilia orientale.
Giuseppe Lupo può, quindi, dichiararsi soddisfatto. Nelle liste c’è una fortissima presenza di donne e di giovani, nella lista della Sicilia Occidentale due candidati, Magda Culotta e Franco Ribaudo, sono sindaci e ritenuti dei buoni amministratori. Lo stesso Lupo ha sottolineato come la presenza di persone come loro, che “hanno un rapporto diretto con l’amministrazione e con il territorio” sia un “bel segnale”.
Inoltre, stavolta il Parlamento nazionale avrà rappresentati “di tutte e nove le province siciliane”, ha aggiunto il segretario regionale del Pd.
Adesso, l’obiettivo è vincere al Senato. Per questo il Partito Democratico si sta muovendo anche sul terreno delle alleanze. Gli scenari possibili sono quello di una lista moderata guidata da Bruno Tabacci, che sia di riferimento all’elettorato cattolico e moderato siciliano, l’altra è l’ipotesi ormai confermata di un’alleanza con la lista ‘il Megafono’ del presidente della Regione Rosario Crocetta, che potrebbe attirare anche gli arancioni di Ingroia.
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