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venerdì 11 gennaio 2013

Pie illusioni e punteruolo rosso (di Pietro Lo Cascio)

Leggendo la nota del consigliere Annarita Gugliotta sulle iniziative comunali in merito al contenimento dell’infestazione del punteruolo rosso, scopro che Vento Eoliano si è occupato della questione e che esiste uno “studio” realizzato da un agronomo, che la stessa ha fatto pervenire all’amministrazione. Ovviamente non posso non essere lieto che qualcuno abbia dedicato la propria attenzione a questa triste e grottesca vicenda, sulla quale ero intervenuto nel 2007 esortando l’allora sindaco Bruno a promulgare un’ordinanza di divieto dell’introduzione di palme potenzialmente infestate nel nostro piccolo arcipelago che – all’epoca – era ancora privo di punteruoli. Naturalmente, complice anche la mia appartenenza all’opposizione, di questa ordinanza non se ne fece nulla fino al 2009, ma nel frattempo il punteruolo era già arrivato a Vulcano e, di lì a breve, sarebbe approdato a Lipari. Non so cosa si sostenga nello studio e non voglio scoraggiare l’entusiasmo della Gugliotta, ma un minimo di conoscenza tecnica della materia e del problema, che ormai in Italia è arcinoto da anni, porterebbe a mitigare le aspettative e, soprattutto, a non illudersi sul fatto che le iniziative siano risolutive: nonostante i cospicui costi delle azioni di prevenzione e il taglio delle palme morte o morenti, pur se seguito dal loro corretto smaltimento, è davvero difficile eliminare definitivamente il punteruolo, anche in un sistema chiuso quale è un’isola. Introdotto in un contesto dove non esistono i suoi predatori naturali, il punteruolo agisce infatti come un invasore biologico, al pari di altri che costituiscono uno dei più gravi e vasti problemi con i quali oggi l’umanità fa i conti un po’ dappertutto. Le invasioni biologiche costano molto ed è raro debellarle, al massimo si può tentare di contenerne gli effetti indesiderati. In questo senso, mi permetto di suggerire l’utilità di drastiche misure preventive per evitare che i punteruoli, da Lipari, colonizzino quelle isole che ancora ne sarebbero prive, ossia Panarea, Stromboli, Alicudi, forse Salina e Filicudi (va verificato): obbligo di dichiarazione del carico di piante da vivaio e/o di altra provenienza all’imbarco sui mezzi di linea, verifiche concrete e periodiche presso gli scali interessati, multe salate e – ovviamente – un divieto chiaro e pubblicizzato in maniera adeguata (dell’ordinanza del sindaco Bruno, infatti, forse ne erano a conoscenza i soli servizi segreti!). Per Lipari e Vulcano, purtroppo, temo che ci sia rimasto poco da fare, a parte alimentare il grande business del XXI secolo: le disinfestazioni e i trattamenti contro il punteruolo rosso.
 Pietro Lo Cascio

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