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sabato 27 luglio 2013

Pietro Lo Cascio : "A quando l’accesso ai gabinetti pubblici di Marina Corta?"

Lipari, 26 luglio 2013
Gentile Sindaco,
mi rivolgo a lei con una lettera aperta – piuttosto che con una formale interrogazione – per richiamare l’attenzione dell’amministrazione e dell’opinione pubblica su un aspetto che ritengo assolutamente coerente alla ricerca di standard minimi di “decoro” dalla quale – presumibilmente – scaturisce la recente ordinanza di divieto di circolazione in costume da bagno nel centro storico. L’ottima manifestazione “Eolie, donne e cultura”, oltre ai numerosi pregi che le si devono riconoscere, ha indirettamente conseguito un risultato per nulla trascurabile: dopo anni, ha saputo infrangere il tabù dell’inaccessibilità dei locali di proprietà comunale assegnati per mezzo secolo alla società Lipari Porto.
In questi locali esistono ottimi bagni di nuova fattura che, credo, siano praticamente intonsi e quasi mai utilizzati, data la notoria frequenza con la quale la società si riunisce negli stessi e, in generale, la fervida attività che ne caratterizza l’operato.
Qualche anno fa ci siamo chiesti perché, dotando la struttura di una minima forma di vigilanza, non aprirli al pubblico durante le ore diurne, in particolare la mattina, quando sulla banchina di Marina Corta sbarcano centinaia di persone costrette a utilizzare i locali igienici degli esercizi commerciali della piazza (gli unici disponibili in prossimità del molo). Lo abbiamo fatto raccogliendo oltre trecento firme in un paio di giorni, forti delle quali avevamo sollecitato un responso – mai pervenuto – all’allora sindaco Bruno. Ho ancora con me – fortunatamente – le copie, e sono certo che ai latori di questa petizione se ne aggiungerebbero rapidamente altri, nella consapevolezza diffusa che si tratti di un gesto di civiltà, di accoglienza e di decoro, non meno significativo di quello che pretendiamo rivestendo turisti in giro per le vie del paese.
Non è difficile: basterebbe aprire uno solo dei due locali dell’immobile, incaricare uno o più disoccupati dei compiti di vigilanza, assistenza e pulizia periodica, per i quali potrebbero essere remunerati stabilendo una piccola quota di ingresso – non più di 50 centesimi – e avremmo risolto il tutto. È lesivo dell’immagine della società? Non credo; in ogni caso, non lo sarebbe più di tenere inutilmente chiuso un locale che, oltre ad essere di proprietà dell’Ente, risulta assegnato a una società della quale l’Ente è parte integrante.
Confidando nella sua comprensione e condivisione delle ragioni di questa istanza, e augurandomi che vorrà assumere a breve una decisione in merito, la ringrazio anticipatamente.
Pietro Lo Cascio

consigliere comunale de “La Sinistra”

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