Rimaniamo, comunque, dell’idea che la gravità
del problema non sia stata percepita nella sua reale
essenza. Ci permettiamo pertanto di evidenziarne gli aspetti salienti.
AUMENTI
PREVISTI PER LA CATEGORIA D2 (alberghi e pensioni)
Esempio calcolato su albergo
medio-piccolo:
Importo pagato con l’ICI: €
18.348,33
Aumento con aliquota base al 7,6 X
1000 = € 12.076,54; con un importo da pagare pari a: €30.424,87
Aliquota all’8,6 X 1000 = €
16.079,81; con un importo da pagare pari a: € 34.428,14
Aliquota al 9,6 X 1000 = €
23.285,70; con un importo da pagare pari a: € 41.634,03
Aliquota al 10,6 X 1000 = €
24.086,35; con un importo da pagare pari a: € 42.434,68
ESEMPIO DI
AUMENTO PREVISTO PER CATEGORIA C1 (negozi e botteghe)
Importo pagato con l’ICI: € 290
Aumento con aliquota base al 7,6 X
1000 = € 357,81; con un importo da pagare pari a: € 647,47
Aliquota all’8,6 X 1000 = € 443,01;
con un importo da pagare pari a: € 732,66
Aliquota al 9,6 X 1000 = € 528,20;
con un importo da pagare pari a: € 817,86
Aliquota al 10,6 X 1000 = € 613,39;
con un importo da pagare pari a: € 903,05
ESEMPIO DI
AUMENTO PREVISTO PER CATEGORIA A2 (seconda casa)
Importo pagato con l’ICI: € 614,95
Aumento con aliquota base al 7,6 X
1000 = € 453,30; con un importo da pagare pari a: € 1.068,25
Aliquota all’8,6 X 1000 = € 593,86;
con un importo da pagare pari a: € 1.208,81
Aliquota al 9,6 X 1000 = € 734,42;
con un importo da pagare pari a: € 1.349,37
Aliquota al 10,6 X 1000 = € 874,98;
con un importo da pagare pari a: € 1.489,92
INIQUITÀ E
INSOSTENIBILITÀ DEL TRIBUTO
Come si potrà facilmente desumere
dagli esempi riportati, un aumento lineare che preveda l’applicazione di una
stessa aliquota per tutte le categorie catastali, rappresenterebbe una grave
forma di ingiustizia sociale nei confronti della categoria D che si vedrebbe
costretta a dover sostenere il pagamento di importi enormi e spropositati
rispetto all’effettiva rendita della propria attività per tutta una serie di
motivi:
1. Le rendite
non sono in alcun modo commisurate alla redditività delle imprese in questione.
È del tutto evidente che l’utile netto della struttura alberghiera eoliana non
sia nemmeno lontanamente pari a 40 volte in più rispetto quella di un negozio o
di un ristorante. È, per altro, risaputo che la maggior parte delle strutture
ricettive del comune di Lipari quest’anno avranno serie difficoltà a chiudere
in pareggio i propri bilanci.
2. Vista la
stagionalità del turismo alle Eolie, non risulta immaginabile poter
ammortizzare simili importi nei pochi mesi di apertura e, soprattutto, di piena
attività delle strutture. Il costo fisso dell’IMU per una struttura stagionale
è da considerarsi di fatto raddoppiato.
3.
L’imposizione fiscale che già grava sulle aziende ha raggiunto ormai dei
livelli di insostenibilità economico-finanziaria. A questo bisogna sommare gli
importi eccessivi attualmente pagati per il servizio TARSU, per i quali non
sono ancora stati concessi gli sgravi relativi alla stagionalità né, di fatto,
sono mai stati previsti in alcuna forma per le attività virtuose che effettuano
puntualmente la raccolta differenziata.
4. La maggior
parte delle strutture non sarà nelle condizioni di poter far fronte ai
pagamenti richiesti. Questo comporterà un ulteriore aggravio del 30%, finendo
per affossare ancora di più le imprese già in difficoltà.
5. A partire
dall’anno 2013, l’attuale moltiplicatore della rendita per la cat. D passerà da
60 a 65, comportando un ulteriore incremento del 10%. Importi che rispetto
all’ICI 2011 aumenteranno quindi dal 14% al 19%, in base all’aliquota applicata
(+14% con aliquota al 7,6, + 16% all’8,6, + 17% al 9,6 e + 19% al 10,6 per
mille). In soldoni, rifacendoci all’esempio dell’albergo di cui sopra, un
ulteriore balzello che varierà, in base all’aliquota applicata, dai € 2.500 ai
€ 3.500.
6. La
retroattività dell’intervento spiazza totalmente le nostre aziende che, a fine
stagione, hanno ridottissime possibilità di far fronte all’inaspettata batosta.
RIPERCUSSIONI
DIRETTE E INDIRETTE A LIVELLO LOCALE
L’aumento di un tributo - che già
applicato all’aliquota base sta arrecando tutta una serie di problemi alla
categoria – costringerà le strutture ricettive a correre ai ripari:
·
indebitandosi ulteriormente;
·
riducendo il periodo di apertura;
·
tagliando sui costi e quindi inevitabilmente anche sul personale
che rappresenta (dopo le tasse) la principale voce di costo delle nostre
aziende.
Diventa inoltre, plausibile immaginare che a seguito di tali
ripercussioni, l’intera industria turistica eoliana (principale se non,
purtroppo, unico motore di sviluppo del nostro arcipelago) ne abbia a soffrire
in termini di ricadute negative indirette e indotte.
PROPOSTE E
RICHIESTE
Vista la difficile sostenibilità
degli aumenti già patiti rispetto all’applicazione dell’ICI, chiediamo:
1. Che non
venga aumentata l’aliquota base per la categoria D2.
2. Si proceda
invece, senza ulteriori indugi a una spending review del bilancio comunale al
fine di razionalizzare ed ottimizzare le spese e gli investimenti, per ridurre
i costi di gestione della macchina comunale oltreché i costi e il valore dei
servizi erogati al cittadino.
3. Si ponga in
essere un piano di emersione che obblighi TUTTI, una volta per tutte, a
contribuire in modo equo alle necessità interne e a quelle di sviluppo e di
crescita delle nostre isole. Esistono troppe prime case che non sono tali. Troppe
seconde case che di
fatto sono affittacamere abusivi. Troppi immobili non censiti o non
correttamente censiti che sfuggono al pagamento o al
corretto pagamento dell’IMU.
4. Che si
inizino ad impegnare le somme necessarie per porre in essere azioni volte ad
innescare dei meccanismi virtuosi di crescita dell’economia locale, puntando
seriamente sulla pianificazione strategica e la realizzazione di interventi in
grado di garantire una concreta destagionalizzazione dei flussi turistici.
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