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mercoledì 3 aprile 2013

Suicidi su suicidi...e chi governa che fa? (di Cristina Andaloro)


La crisi sta diventando sempre più sentita e ad esserne coinvolti sono imprenditori, operai, disoccupati che non riescono a pagare i propri debiti e ad arrivare a fine mese.
Questi riportati in alto sono solo pochi esempi che ormai di consuetudine invadono le prime pagine dei giornali e che confermano quanto la pesante crisi economica continui a mietere le sue vittime.
Si parla ormai di “suicidi economici” che spiegano l’angoscia e la disperazione di un futuro che oscilla tra disoccupazione e debiti .
Eppure non c’è nulla di nuovo. Ormai è da alcuni decenni che il nostro Paese attraversa una congiuntura economica difficile, principalmente a causa dell'ingente debito pubblico accumulato a partire dagli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso e che sta ormai devastando il tessuto sociale del nostro Paese.
Precarietà, licenziamenti, evasione fiscale, cassa integrazione, tasse sempre più ingenti,disoccupazione, famiglie in difficoltà: sono questi i fattori che più preoccupano e che costituiscono ormai esperienza quotidiana per milioni di italiani.
Secondo la Cgia “in due anni c’è stata una vera e propria escalation di suicidi dovuti a difficoltà economiche, a licenziamenti o a situazioni legate all’impossibilità di trovare lavoro” e nel 2012 si sono registrati ben 38 casi di “suicidi economici”.
Adesso mi chiedo.. il governo vedendo i propri concittadini soffocati dai colpi della crisi perché non mette in atto una politica di prevenzione garantendo un lavoro stabile a ogni cittadino e combattendo l’evasione fiscale che non fa altro che gravare sui più deboli? Il problema è che non esiste alcun governo in grado di intaccare in modo negativo i profitti della borghesia.
Da “piccola” isolana spero che le mie siano parole di monito affinché non ci si ritrovi i media tempestati di giorno in giorno da notizie del genere.
Colgo inoltre l’occasione per salutare il caro Eduardo e augurargli la pace che non ha avuto. Mi stringo forte alla famiglia.
Cristina Andaloro

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