(Salvatore Sarpi- Lipari- Gazzetta del sud) Gli ex Pumex (Michel Raffaele, Maurizio Cesareo e Tiziano Profilio), tre dei tredici lavoratori che, dopo aver perso il lavoro, hanno perso anche la mobilità, dalle dodici di ieri hanno iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato, presidiando contestualmente, giorno e notte, la stanza del sindaco di Lipari Mariano Bruno.
Saranno supportati nella loro protesta dagli altri ex Pumex (anche da coloro che ancora "godono" della mobilità) i quali hanno indetto lo stato d'agitazione e resteranno accanto ai loro compagni, a palazzo municipale, sino a quando, come si legge in una lettera aperta inviata ai cittadini eoliani, «tutti gli enti interessati Stato, Regione e Comune non si assumeranno le proprie responsabilità, senza scaricarle gli uni sugli altri e quindi sino a quando tutti non siederanno attorno ad un tavolo per affrontare e risolvere il problema in modo definitivo».
Saranno supportati nella loro protesta dagli altri ex Pumex (anche da coloro che ancora "godono" della mobilità) i quali hanno indetto lo stato d'agitazione e resteranno accanto ai loro compagni, a palazzo municipale, sino a quando, come si legge in una lettera aperta inviata ai cittadini eoliani, «tutti gli enti interessati Stato, Regione e Comune non si assumeranno le proprie responsabilità, senza scaricarle gli uni sugli altri e quindi sino a quando tutti non siederanno attorno ad un tavolo per affrontare e risolvere il problema in modo definitivo».
Gli ex Pumex, che hanno incontrato anche il sindaco Bruno, invitandolo a prendere parte anch'egli allo sciopero della fame o ad assumere iniziative di grande rilevanza, hanno evidenziato nella loro lettera aperta come «l'importante riconoscimento per le Isole Eolie di entrare a fare parte della lista dei Siti Patrimonio dell'Umanità è stato, e continua ad essere, anche causa di una grave crisi socio – economica che ha coinvolto i lavoratori della pomice. Noi ex lavoratori delle cave di pomice – scrivono – abbiamo perso il nostro sicuro ed onesto lavoro, precipitando con le nostre famiglie, in una profonda crisi economica, finanziaria e morale che sicuramente sta lasciando il segno in una comunità piccola come la nostra che, è già di per se, disagiata dall'insularità. A fronte di tante promesse ad oggi l'unica realtà è che per tredici di noi è finito il periodo di mobilità, senza che Regione, Comune, Stato ed Unesco abbiano fatto qualcosa di concreto».
Ribadendo l'intenzione di non mollare se prima non si passerà dalle promesse ai fatti concreti, gli ex Pumex hanno anche annunciato, per i prossimi giorni, altre iniziative e forme di protesta, anche eclatanti.
Ribadendo l'intenzione di non mollare se prima non si passerà dalle promesse ai fatti concreti, gli ex Pumex hanno anche annunciato, per i prossimi giorni, altre iniziative e forme di protesta, anche eclatanti.