(gazzetta del sud - Salvatore Sarpi)
"Barcolliamo ma non molliamo". Sembra essere il leit-motiv degli ex Pumex impegnati a rivendicare il diritto al lavoro sottrattogli attraverso l'estremo tentativo dello sciopero della fame e dell'occupazione della stanza del sindaco di Lipari, Mariano Bruno.
"Barcolliamo ma non molliamo". Sembra essere il leit-motiv degli ex Pumex impegnati a rivendicare il diritto al lavoro sottrattogli attraverso l'estremo tentativo dello sciopero della fame e dell'occupazione della stanza del sindaco di Lipari, Mariano Bruno.
Le precarie condizioni di salute di Maurizio Cesario e Michel Raffaele, due dei tre ex operai che stavano portando avanti l'iniziativa dello sciopero della fame e che sono stati trasportati in ospedale "giocoforza" ,dopo una visita medica, non interrompono la protesta degli ex Pumex. Il loro posto è stato già preso da Gaetano Saltalammacchia, Ciccio Carbonaro e Neda Saltalamacchia. Altri, comunque, sono già pronti allo sciopero della fame.
«Mi vergogno – ha detto Gaetano Saltalamacchia, prima di iniziare lo sciopero della fame – a non poter prontamente dare a mia figlia la piccolissima cifra che mi chiede di tanto in tanto». Durissimo Maurizio Cesario in un faccia a faccia con il sindaco Mariano Bruno: «Gli operai della Pumex siamo un peso ma non perchè non riuscite a ridarci il nostro lavoro. Per voi è un problema averci in mezzo ai piedi».
Intanto a fianco dei lavoratori in lotta sono scese in campo ieri pomeriggio le donne dell'isola direttamente coinvolte, unitamente ai laro figli, alcuni in tenera età. Hanno presidiato l'aula consiliare, chiedendo con fermezza e, comunque, con grande compostezza, il diritto ad un posto di lavoro per i loro cari. «Quel posto che avevano – hanno ribadito all'unisono – e che gli è stato sottratto in nome di un titolo che ci ha solo affamato».