Cerca nel blog

martedì 9 marzo 2010

LIPARI, SIMBOLO DI UN GUERRIERO FERITO A MORTE (di Anna Miracula)

(Anna Miracula) Trasporti in crisi e carenti , perdita del proprio posto di lavoro, sanità in tilt, questi i tre punti più cocenti che riguardano giornalmente ormai , aggiungerei , le grigie pagine delle nostre isole.
E via dicendo ad altri problemi minori, ma non per questo meno importanti.
Sembra la fotografia dell’Italia appresa dai Tg nazionali e invece è la nostra foto di questi ultimi anni.
Cos’altro ancora può succedere alle nostre Eolie? Cos’altro ci sarà in serbo per il futuro che è già diventato presente ?
Non vi è dubbio che si sta mirando ad affondare queste isole ,sembra quasi che una scura e minacciosa nuvola si sia posta sul nostro capo e che non si possa far niente per farla rimuovere.
Ho pensato a Lipari come ad un grande palcoscenico.
Gran parte della scenografia eoliana costituita da un cielo oscuro e nebbioso dove tutti sono attori , protagonisti di se stessi, di questa farsa chiamata “politica eoliana” in cui ognuno prende, ma nessuno dà.
Noi eoliani ne siamo gli spettatori : alcuni, poco interessati allo spettacolo , dormono , sonnecchiano, si distraggono pensando ad altre cose mentre lo spettacolo va avanti ; altri, consci di quello che succede sul “palco” , sono attenti ma incapaci di intervenire perché frenati dalla passività, e increduli di fronte a questo immane spettacolo al quale stanno assistendo.
Lo sventramento e l’abbandono della nostra terra,quasi come fosse una vecchia carcassa nel deserto ,la demolizione delle nostre certezze e di quelle dei nostri figli, dei giovani che ancora hanno voglia di vivere in queste terre, l’incertezza sul nostro futuro, una tale umiliazione che nemmeno i nostri avi durante le guerre che si sono succedute nei secoli avevano mai subito.
Ecco a che cosa stiamo assistendo giorno dopo giorno, toglierci la libertà di pensare,di agire, di protestare, di vivere dignitosamente ,di essere dei ”cittadini” sembra l’oscuro progetto al quale i nostri governanti stanno lavorando e devo aggiungere che ci stanno riuscendo egregiamente.
Chi ci ridarà tutto quello che è andato perso in questi anni? Chi si prenderà di nuovo cura di queste nostre isole dopo un simile flagello?
Non ci resta che sperare solo in una giustizia che non è di questo mondo perché la giustizia degli uomini è solo una continua farsa. Dov’è la giustizia se si ammettono simili scempi in un territorio che godeva ,fino ad alcuni anni fa, di fama, di rispetto, di bellezza, ormai deturpata da una gestione del territorio che non rispetta né il territorio (scusate il gioco di parole) , né i suoi abitanti?
Presto, eoliani, accorrete, pagate il biglietto d’ingresso ancora una volta, perché lo spettacolo sta per essere riproposto ancora e ancora fino a quando lo impareremo a memoria, noi, i nostri figli, i nostri nipoti, fino all’annichilimento di questa nostra terra, una terra che si è difesa con le unghie e con i denti per conquistare la sua dignità , ma che come un nobile guerriero pugnalato a tradimento non ha più la forza di alzarsi e combattere per risorgere.
Nonostante tutto , non è facile ma dobbiamo continuare ad essere ottimisti , è l’unica speranza che ci resta in un contesto difficile come il nostro, e io spero di non perdere mai la fiducia , non nelle istituzioni ,ma in Dio. Credo che sia l’unico modo per non abbatterci completamente.
Una frase di Sant’Agostino recita così : “In isto deserto, quam multipliciter laborat, tam multipliciter sitit; quam multipliciter fatigatur, tam multipliciter sitit illam infatigabilem incorruptionem.” ovvero "In questo deserto, siccome in molti modi si soffre, così in molti modi si ha sete. In molti modi ci si stanca, e in molti modi si ha sete di quella incorruttibilità che non conosce stanchezza".
Anna Miracula