Sciopero della fame degli ex Pumex Uno dei tre lavoratori in ospedale
Cisl all'attacco: «È il frutto di anni di inerzia da parte della politica»
Salvatore Sarpi
Finisce in ospedale uno dei tre lavoratori ex Pumex che stanno effettuando da tre giorni lo sciopero della fame al palazzo municipale di Lipari. La tensione, l'astinenza dal cibo, lo stress maturato in questi lunghissimi tempi di "battaglia" per rivendicare un posto di lavoro hanno fatto cedere Tiziano Profilio. L'operaio, uno dei tredici che dopo aver perso il posto di lavoro ha perso anche la mobilità e l'utilizzo in ASU, è stato colto da malore.
È stato richiesto da parte degli ex compagni (che stanno occupando la stanza del sindaco) l'intervento del sanitario della guardia medica e, successivamente, dell'ambulanza del 118 che lo ha trasportato in ospedale per i necessari controlli. I sanitari hanno consigliato a Profilio riposo assoluto e di riprendere immediatamente l'alimentazione. Grande, ovviamente, la preoccupazione tra i suoi familiari e tra i suoi compagni ex Pumex. Ex cavatori che questa volta sono intenzionati ad andare sino in fondo alla protesta e stanno meditando, se non si getteranno basi concrete per un loro ritorno alla vita lavorativa, anche altre forme clamorose di protesta. Una di queste potrebbe interessare direttamente tutte le donne delle famiglie degli ex Pumex. Intanto la Filca-Cisl in una lettera all'assessore regionale al Lavoro evidenzia che «la decisione degli ex lavoratori della Pumex di Lipari di effettuare lo sciopero della fame e di occupare la stanza del sindaco non deve sorprendere perché è il frutto di anni di inerzia da parte della politica».
«Una condizione di precarietà che arriva da lontano – spiegano – i segretari generali di Filca Cisl Sicilia Santino Barbera e della Filca messinese Giuseppe Famiano – e cioè dal rispetto della direttiva Unesco posta dopo l'inserimento delle Eolie nella lista dei Beni Patrimonio dell'umanità. Inserimento – sottolineano – che doveva portare benessere e prosperità, con conseguente ricollocazione dei lavoratori interessati, ma che sinora ha portato solo disagi e miseria».
La Filca Cisl ricorda come della ricollocazione produttiva dei lavoratori in altre attività, alcuni partiti locali, regionali e nazionali ne abbiano fatto un cavallo di battaglia elettorale. «Il risultato – affermano Barbera e Famiano – è sotto gli occhi di tutti: le promesse non sono state mantenute. E adesso, questi lavoratori con famiglia, tutti monoreddito e lontano dalla possibilità di ottenere il trattamento pensionistico, sono rimasti disperati e soli in questa battaglia. L'eclatante gesto dello sciopero della fame rappresenta l'unico modo per riportare l'attenzione sulla loro condizione, per rimettere al centro della discussione politica la prospettiva di un lavoro produttivo».
La Filca Cisl siciliana e messinese hanno chiesto all'Assessore Leanza un incontro urgente per affrontare la vertenza in maniera costruttiva e definitiva, trovando la soluzione finalizzata al reinserimento occupazionale, che riporti serenità a tutti i lavoratori interessati e alle loro famiglie.