"Situazione criticità frazione di Acquacalda-Lipari" è l'oggetto della lettera che il C.A.S.T.A. (Comitato Apartitico Salvaguardia Territorio Acquacalda) ha inviato, a firma del suo presidente Enzo Mottola, al Ministero Territorio e Ambiente (c.a. On. Stefania Prestigiacomo), alla Protezione civile (dott. Guido Bertolaso), alla Protezione civile regionale, al Presidente della Provincia regionale, al Prefetto di Messina, alla Direzione marittima di Catania,al Circomare Lipari e al sindaco di Lipari. IL TESTO:
Ancora una volta ci corre l’obbligo di richiamare l’attenzione di tutte le Autorità competenti sulla reale situazione di pericolo in cui versa tutta la zona alta di Acquacalda, frazione di Lipari.
Come è a tutti noto la falesia che va da Grotte delle mosche a Porticello, è interessata da un fenomeno di “erosione progressiva” così come venne definito dall’ing. Cocina della Protezione Civile di Palermo, nella drammatica riunione del giorno 8 novembre 2008 nella sede comunale di Lipari.
Altrettanto note sono le cause di tale disastro ambientale e ci sembra superfluo elencarle ulteriormente.
Purtroppo il segno inequivocabile di quanto seria sia la situazione è dato dalla voragine verificatasi l’8 novembre 2008, tuttora in progressivo aumento, come testimoniato dalle immagini fotografiche.
Va ben sottolineato che buona parte della zona è abitata non da sporadici turisti bensì da intere famiglie che qui vivono quotidianamente.
L’unico intervento sin qui attuato dall’Amministrazione Provinciale è stata la realizzazione della “bretellina” che ha permesso, dopo quattro lunghissimi mesi, di riunificate i due tronconi della borgata.
Nel novembre 2008, il Ministero dell’Ambiente stanziava 900 mila euro per “interventi a tutela dell’ambiente e del suolo”, specificatamente per Acquacalda.
Ad oggi, l’Amministrazione Comunale ha ancora in fase di studio l’intervento da attuare.
È appena il caso di evidenziare che il finanziamento sopraccitato, al netto degli oneri amministrativi ammontanti al circa il 40%, metterà a disposizione 500/600 mila euro! È ben evidente che per il risanamento e la messa in sicurezza dell’intera zona c’è bisogno di ben altre cifre!
Tutta questa premessa sarebbe stata del tutto superflua poiché, a chi ha competenza in materia, sono tutti fatti ben noti, peraltro puntualmente segnalati, sin dalla nascita del nostro Comitato, nella corposa corrispondenza che, ci duole constatare, raramente è stata presa nella giusta considerazione.
Ci deve scappare necessariamente il morto?
Per dare credibilità alla voce di chi qui vive c’è bisogno necessariamente dell’appoggio del potente o del politico di turno?
Per non essere tacciati di mero qualunquismo, becero disfattismo, inopportuno nichilismo, mancanza di senso civico e quant’altro, ci permettiamo formulare alcune proposte e di sottoporle all’esame di chi vorrà, benevolmente, leggere.
1. Nomina una commissione paritetica ristretta, formata da tecnici degli Enti competenti (Protezione Civile, Amministrazioni regionali, provinciali e comunali, Demanio Marittimo) che, in tempi veramente brevi, siano in grado di esaminare, valutare e rendere pubblico l’esatto stato della zona in questione, indicare i necessari interventi per il totale risanamento ambientale, elaborare un preciso programma attuativo dei lavori da eseguire e soprattutto chiarire inequivocabilmente a chi tali lavori competono, al fine di evitarci ulteriori disdicevoli giochini a scarica barile.
2. Nell’incontro con il Sindaco del 16.06.09, avente come oggetto primario la rimozione del pontile di ferro dell’Italpomice, ci permettemmo di suggerire di adoperare gli otto piloni di testata del pontile stesso (già ampiamente collaudati) come base di appoggio di un molo, debitamente progettato, che costituirebbe un valido baluardo contro i marosi, proteggendo particolarmente la fascia costiera maggiormente danneggiata dall’erosione marina. (tant’è che fu redatto un preventivo di spesa, per la rimozione parziale del relitto per circa 35mila euro successivamente sostituito da un ulteriore preventivo per ben 143mila euro).
Quali possono essere i motivi ostativi per un siffatto intervento?
In una logica di corretta programmazione non sarebbe opportuno valutare tale soluzione al fine anche di notevoli risparmi di spesa?
Ci sembra che i tempi siano più che maturi per affrontare in maniera definitiva un problema che interessa direttamente la sopravvivenza di una intera frazione, ma anche indirettamente tutta l’isola di Lipari, patrimonio dell’umanità, poiché, per triste esperienza vissuta, l’interruzione della S.P. 180 non ha consentito i collegamenti nell’intera isola e se un ulteriore impedimento dovesse verificarsi, a ridosso della stagione turistica, costituirebbe un ennesimo gravissimo colpo alla già dissestata economia locale.
Il Comitato, a nome di tutti i suoi iscritti e nell’interesse di quanti amano Acquacalda, chiede a gran voce di prendere nella più alta considerazione e con serietà d’intenti questo appello, rivolto a tutte le Autorità e gli Enti competenti e responsabili della tutela e del benessere dei cittadini, dell’ambiente e del territorio.
Auspicando che ciò avvenga, porgiamo i nostri più distinti saluti.
Il Presidente
Enzo Mottola