Una lettera avente per oggetto "Le macchine tipografiche di Spartaco Persiani" è stata inviata al sindaco di Lipari dall'arch. Gabriele Morrione, autore del libro "Gente di Lipari". IL TESTO:
Gent.mo Sindaco,
mi presento subito: sono l’autore del libro Gente di Lipari, che è stato presentato questa estate presso il Centro Studi Eoliani e del quale Lei, forse, avrà sentito parlare. Tra i personaggi del libro è presente Spartaco Persiani, che ha lasciato su questo libro la Sua ultima testimonianza in vita, una testimonianza colma di dignità, saggezza acquisita con la Sua lunga esperienza e ricchezza umana. Tra le altre cose, Spartaco ha parlato della propria speranza di trovare una sede alle amate macchine tipografiche. Una speranza suffragata dalle promesse ripetutamente ricevute dagli Enti Locali.
E qui veniamo al dunque.
Ho saputo che queste macchine sono state prelevate dalla tipografia storica di via Vittorio Emanuele e depositate all’aperto in prossimità della sede comunale.
Le posso assicurare, in base alla mia esperienza (ho diretto per dodici anni una rivista, ho pubblicato circa dodici libri e ne ho curati altrettanti), che una macchina tipografica ha bisogno di poche cure, ma soprattutto non sopporta l’umidità e tantomeno eventuali eventi atmosferici come la pioggia.
Posso capire che magari non è possibile allestire in breve tempo un luogo museale, ma almeno uno spazio coperto sarà pur possibile trovarlo nel Comune di Lipari. Le macchine della tipografia di Spartaco erano – dovrei dire sono – bellissime e ormai antiche. Sono macchine di cui si trovano in Italia soltanto pochi esemplari, considerata la crisi che negli ultimi decenni ha colpito le tipografie. E tenendo conto del fatto che sono tutte macchine a piombo, che pochissimi tipografi – in genere fuori d’Italia – usano ancora.
In qualsiasi paese civile e progredito queste macchine sarebbero conservate con amore e con la cura che meritano. Con macchine come queste sono stati stampati libri e riviste dalla fine dell’Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale.
Queste macchine sono la testimonianza dell’evoluzione della civiltà e della cultura. Ogni loro ingranaggio è stato lubrificato con attenzione e con mani delicate. Tenendole all’aperto verranno condannate alla ruggine e alla rovina.
Se lo meritano? E, soprattutto, se lo merita Spartaco Persiani?
Un lavoro fatto bene costa quanto un lavoro fatto male. Non vorrei ricordarLe il pietoso episodio della potatura degli alberi di via Vittorio Emanuele, tagliati soltanto sul lato della sede stradale e, pertanto, completamente sbilanciati e destinati a rapida decadenza. Le magnolie desolatamente ringraziano...
La memoria di un uomo onesto come Spartaco Persiani merita qualcosa di più e spero che la Sua autorità possa risolvere in qualche modo il problema.
Cordialmente
Gabriele Morrione
NDD- Sulla questione, qualche tempo fa, non appena è "scoppiata" la polemica, abbiamo sentito l'assessore Corrado Giannò il quale ha ribadito che si tratta di un "parcheggio momentaneaneo" concordato con i figli di Spartaco nell'immediatezza dello sfratto dai locali dove era ubicata la tipografia. Lo stesso assessore- ha sostenuto- che è intenzione dell'amministrazione trasferire al più presto i macchinari in quella che sarà la sede del museo civico e che, comunque, le apparecchiature sono ben coperte e, a detta, del tecnico che ha proceduto a seguire il "trasloco" non correrebbero alcun pericolo.
Sin qui l'assessore. E' chiaro che non bisogna sottovalutare l'allarme lanciato dall'arch. Morrione e dare una sistemazione dignitosa a quelle apparecchiature storiche. Anche per il rispetto della memoria e volontà di Spartaco, è un qualcosa che bisogna fare al più presto!