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martedì 22 settembre 2009

"La politica non è avventura individuale e personale..." I consigli di Michele Giacomantonio ai giovani che si affacciano alla politica.

(Michele Giacomantonio) Una cosa è indubitabile: i blog hanno favorito il protagonismo dei giovani. Dimitri, Mariangela, Anna, Luca, Samuele fra i più assidui intervengono, se non tutti i giorni, almeno diverse volte la settimana per denunciare problemi ed esprimere opinioni. In particolare sono gli interventi di Luca che espongono non solo problemi e critiche ma anche la volontà di assumere delle responsabilità amministrative. E questo non è male, come non mi scandalizza il fatto che ci si voglia tenere lontano dalle ideologie e si mostri di non amare i partiti. Le ideologie hanno fatto il loro tempo, spesso troppo astratte ed assolutizzanti, ed i partiti oggi non sono più – nella maggioranza dei casi - luogo di crescita in cui si impara a fare politica.
Ma lasciando da parte le ideologie e i partiti, ciò che mi meraviglia in questi giovani e soprattutto in chi, come Luca, si candida ad interessarsi della cosa pubblica, è la scelta tutta individuale e l’assenza di un programma di cose da fare. Perché governare? Per fare che cosa e con chi governare? Con quali compagni di strada affrontare un’avventura difficile come quella di occuparsi dei problemi collettivi, di cercare di dare risposte che investono una comunità? Questi – del che fare e con chi - mi sembrano due problemi che rimangono al di là delle ideologie e dei partiti.
Che cosa vogliamo fare delle Eolie? Vogliamo correr dietro, come è stato in questi anni, alle emergenze? Oppure cerchiamo di indirizzarle verso un certo tipo di sviluppo che sia in grado di offrire alle generazioni future lavoro e benessere facendo leva sulle risorse che queste isole hanno ( bellezza, storia, cultura, beni culturali, beni naturali,ecc.)? Vogliamo che alle Eolie arrivi più gente possibile cavalcando tutte le esigenze oppure pensiamo che sia bene puntare su alcuni flussi turistici e quali? E’ da queste scelte che derivano proposte concrete in ordine a quale tipo di porto, ad aviosuperfice si o aviosuperfice no, a rilanciare le cave di pomice o puntare su parchi tematici, a riempire l’isola di occasioni gioiose e chiassose o farne un luogo di tranquilla e serena convivialità.
Spesso non sono scelte facili e spesso, su alcune cose, bisogna scegliere il giusto mezzo, un certo dosaggio com’è a mio avviso il problema del porto turistico che è indispensabile ma non può divenire assorbente ed esorbitante rispetto all’abitato pena lo stravolgimento di un ambiente ed una cultura che si sono sedimentati negli anni e rappresentano una risorsa da tutelare se non si vuole venire omologati in un’offerta standard senza anima e senza identità.
Affrontare questi problemi vuol dire lavorare ad un progetto, ad un programma per cui la politica non è correre dietro alle cose per mantenere il potere di comandare, ma usare il potere per fare delle cose.
E farle insieme agli altri. Perché un progetto ed un programma non me lo invento da solo altrimenti è un sogno o una fantasia. Un progetto lo si costruisce discutendone con gli altri, verificandone gli obiettivi, valutandone aspetti positivi e negativi. La politica non è avventura individuale e personale, la politica è un cammino comune che percorro con altri che la pensano come me, che provano le mie stesse esigenze. La costruzione di un soggetto politico per governare la città - sia esso lista, gruppo, movimento o partito – è già la realizzazione di un pezzo di cammino. Dalla qualità del soggetto che riesci a mettere in piedi si individua già la qualità della città che vuoi realizzare. Un gruppo che discute è garanzia di un governo aperto al dialogo, un gruppo che programma e progetta garantisce un governo che rifugge dall’improvvisazione e non si lasci guidare dall’emergenza.
Se devo dare dei consigli ai giovani che si affacciano alla politica, i consigli sono soprattutto due. Il primo, cominciate a discute dei problemi concreti e quindi di un programma di problemi e scoprirete di avere disegnato un progetto di città; il secondo, discutetene con i vostri amici ed usate i blog e la televisione per allargare la cerchia di questi amici promuovendo sempre il dialogo ed il confronto quindi formate un gruppo e magari un movimento per affermare quel progetto di città che avete maturato.
Una strada lunga e difficile? Si, ma purtroppo non esistono scorciatoie nel campo della politica buona. A meno che….